Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Vanni Pietro *

VANNI PIETRO
Viterbo 1845 - Roma 1905
Formatosi a Siena con A. Franchi, che lo educò al rigore nel disegno e al gusto purista, nel 1863 fece ritorno nella città d'origine e nel 1872 si stabilì a Roma, dove entrò nello studio di C. Maccari. Nel 1877 esordì all’Esposizione di Rovigo con l’Odatisca, omaggio al gusto orientalista dell’epoca. Con il soggetto letterario Mephistopheles et Marguerite partecipò nel 1878 all’Esposizione Universale di Parigi e nel 1881 ottenne consensi per La decollazione del Battista (santuario di Santa Maria della Quercia a Viterbo) presentata a Roma alla Mostra della Società Amatori e Cultori. Non minore plauso ottenne all’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma del 1883 il dipinto Siena nel 1374 (da Boccaccio, Giornata 1), anche noto come La peste di Siena. Il riferimento alla cultura primitivistica, retaggio della sua educazione purista, riapparve evidente in opere come la Copia all'encausto di un affresco del 400 (da un originale di Lorenzo da Viterbo nella chiesa viterbese di Santa Maria della Verità, proposto alla mostra romana del 1887) o nella decorazione della tomba di famiglia nel cimitero di San Lazzero a Viterbo. Nel 1900 la tela Trasporto funebre di Raffaello al Pantheon (Vaticano, Pinacoteca) venne rifiutata per le grandi dimensioni (700x400 cm) all'Esposizione Universale di Parigi. Fu anche scultore in terracotta e incisore.

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