Valeri Silvestro *
Roma 1814 -1902
Allievo di T. Minardi all'Accademia di San Luca, interpretò i principi del Purismo con coerenza e convinta adesione, tanto da sollecitare precocemente l’attenzione della nobile committenza romana (San Primo e I quattro Evangelisti per F. Doria; San Francesco di Sales in visita ai carcerati, 1837, per i principi Borghese). Durante il suo lungo magistero all'Accademia di Belle Arti di Perugia, dove fu chiamato a ricoprire la cattedra di Pittura (1845-1873), profuse le sue migliori energie nella divulgazione di quel sobrio e levigato classicismo che lasciò il segno su intere generazioni di artisti umbri (tra gli altri, D. Bruschi e A. Brugnoli). La committenza perugina gli riservò invece soltanto sporadici incarichi (La Vergine con Gesù e san Giovanni della Croce, 1846, chiesa di Santa Teresa degli Scalzi; Lo sposalizio della Vergine, per il conte G. Rossi Scotti). Fu ritrattista acuto e sensibile (Adamo Rossi, 1870 ca.; Autoritratto, 1888, Perugia, Accademia; Fortunato Chiatti, Città di Castello, Pinacoteca), ma si misurò anche con soggetti allegorici e di genere (La primavera, L'estate, esposti a Parma nel 1870). Perduta la decorazione dell'abside e del presbiterio del duomo di Todi, senza dubbio la sua impresa più impegnativa, restano nella stessa città due tele per il monastero di San Francesco (Santissima Concezione, 1858 e San Francesco riceve le stimmate, 1859).