Roi Pietro*
Sandrigo (Vicenza) 1819 - Venezia 1896
La precoce vocazione artistica trovò sostegno e incoraggiamento presso la famiglia dei conti Franco, che lo ospitarono a Vicenza. Nel 1837, grazie a una sottoscrizione cittadina, entrò all’Accademia di Belle Arti di Venezia, venendo in contatto con P. Selvatico e con i pittori M. Grigoletti, O. Politi e L. Lipparini. Si dedicò alla copia dei maestri veneti del Rinascimento e completò l’alunnato con il classicheggiante Ritorno di Tobia del 1840. Tornato a Vicenza quell’anno, vi eseguì raffinati ritratti, come quelli della sua mecenate Lucia Muttoni Franco e del Conte Ottaviano da Porto (coll. privata). A Roma, dal 1843, frequentò il nazareno F. Overbeck e i puristi T. Minardi, N. Consoni e P. Tenerani, orientandosi verso il recupero figurativo dei primitivi, tanto che una sua ammirata Deposizione (forse da identificare con quella della parrocchiale di Sandrigo) fu scambiata per l’opera di un quattrocentista. Nel 1848 partecipò come volontario alla I guerra d'Indipendenza, che fu per lui un'esperienza fondamentale. Del suo ardente patriottismo, oltre al commosso ritratto postumo dell'amico Camillo Franco (1850 ca., coll. privata), sono testimonianza i dipinti di storia italiana, letta in chiave risorgimentale, come Manfredi riconosciuto dai suoi familiari dinanzi a Carlo d'Angiò (1855-1895, Sandrigo, municipio), elaborato per quarant'anni e ricco di colti rimandi alla pittura veneta. Si stabilì definitivamente a Venezia nel 1869, dopo soggiorni a Roma e a Vicenza e lunghe permanenze in Francia e in Germania. Oltre ai quadri di storia, alle composizioni allegoriche (Italia e Francia amiche, esposto a Parigi nel 1867) e letterarie (Giulietta e Romeo, 1880 ca., Vicenza, Museo Civico) continuò la sua produzione ritrattistica (Ritratto della Contessa Giuseppina Muzzarelli, Bassano del Grappa, Museo Civico; Autoritratto, Firenze, Uffizi).