Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Rasmo Bartolomeo*

RASMO BARTOLOMEO
Predazzo (Trento) 1811 - 1846
Riscontri documentari consentono di precisare alcuni elementi della breve vita di questo artista. Figlio del pittore Tommaso, operò principalmente nella propria regione e coltivò anche gli studi musicali. Negli anni '20 frequentò l'Accademia di Venezia, diffondendo poi in patria i modi del tardo Classicismo, talora frammisti a reminiscenze settecentesche, e applicandoli sia alla ritrattistica sia ai soggetti religiosi. Realizzò numerosi dipinti per le chiese trentine, in particolare nelle valli dell'Avisio, del Primiero e dell'Anaunia: a Prade (gonfalone, 1839, chiesa della Madonna di Caravaggio), Tesero, Caoria, Taio (gonfalone, 1838, parrocchiale), Tassullo (Via Crucis, 1839, parrocchiale), Crescino, Predazzo. Fra tutti si segnala L'ultima cena della parrocchiale di Ziano (1834), a cui va accostata la tela di medesimo soggetto (1837) conservata nella chiesa di Cornaiano presso Bolzano.
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