Piccioni Gino *
Foligno (Perugia) 1873 - Biella (Vercelli) 1941
Poco nota l’attività di questo pittore che, dopo avere ricevuto la propria formazione a Roma, sotto la guida di A. Vertunni e R. Franzi, soggiornò a lungo in Germania. Dai cataloghi delle esposizioni si desume che dovette concentrare la sua produzione nell'arco di un quindicennio (1899-1912), misurandosi per lo più con temi di paesaggio, non estranei a toni di compiaciuto sentimentalismo. Dopo la Mostra veneziana del 1899 (L’Aniene presso Tivoli), comparve nel 1900 alla Triennale milanese (Contadino del Lazio, Mattino grigio nell'Oliveto), nel 1901 a Roma con il gruppo “In Arte Libertas” (Giovinezza rigogliosa, Il sole tramonta, Sentimenti), nel 1902 a San Pietroburgo (Giovinezza, Saluto dei beneficati), tra il 1902 e il 1905 ancora a Roma (Festa dell'anima, Vita sterile, Mesti pensieri), nel 1910 e nel 1912 a Milano (Sulla libera spiaggia, Il tè all'aperto). Dal 1916 i suoi interessi artistici si orientarono in prevalenza verso la scultura.