Palagi Pelagio *
Bologna 1775 - Torino 1860
La sua prima formazione avvenne a Bologna, sotto la protezione del conte C. F. Aldrovandi, e presso l’Accademia Clementina (1789-1790); nelle prove di questi anni rivelava già la tendenza alla semplificazione e all’astrazione nel disegno. L’importante rapporto con F. Rosaspina gli consentì di avvicinarsi alle istanze neoclassiche e a maturare l’inevitabile flusso delle opere di F. Giani (affreschi a Palazzo Aldini, Bologna). Dal 1806 proseguì i propri studi a Roma, dove eseguì per il conte Aldrovandi il Matrimonio di Amore e Psiche (esposto all’Accademia di Bologna nel 1808, Detroit, Institute of Fine Arts). Sollecitato dalla varietà di proposte della capitale pontificia e in cerca di un linguaggio personale, si rivolse in particolare al modello del Domenichino. Individuò in breve tempo un proprio stile, aperto a diverse possibilità tematiche, dalle solenni composizioni storiche (Mario a Minturno, 1809, esposto a Parigi nel 1910) alle disincantate composizioni mitologiche (Teseo e Piritoo rapiscono Elena, 1812-1813, Bologna, Galleria Comunale d’Arte Moderna). Durante il soggiorno romano entrò in rapporto con il giovane F. Hayez e probabilmente con J. A. D. Ingres. Stimato da A.Canova, in poco tempo assunse un ruolo di prestigio, confermato dalle committenze per il Quirinale e per Palazzo Torlonia (affreschi con Storie di Teseo). Nel 1815, dopo essere passato da Bologna, si trasferì a Milano. Qui, nella temporanea mancanza di personalità artistiche di rilievo, si impose con una sua scuola privata, rinomata per il rigore dell'insegnamento. Nel 1822 fu chiamato con Hayez a completare gli affreschi della sala della Lanterna a Palazzo Reale. Nella vasta produzione di questi anni compaiono opere di soggetto storico (Matteo Visconti ed Enrico VIII esposto a Brera nel 1820; Newton che osserva la rifrazione dei colori della luce, Brescia, Museo Civico) e ritratti (Cristina Archinto Trivulzio, 1824, coll. privata; Ritratto del Maestro Bellini, esposto alla Mostra Borbonica di Napoli nel 1835). La sua per-sonalità eclettica si espresse anche in opere di architettura, di scultura e di decorazione; grazie a queste capacità, fu chiamato nel 1832 dai Savoia con l'incarico di allestire i nuovi arredi per il castello di Racconigi e di impegnarsi nel rinnovamento del Palazzo Reale e nella decorazione del teatro Regio a Torino, imprese per le quali si avvalse della collaborazione di numerosi artisti. Nel 1834 fu nominato direttore della Scuola di Ornato, appositamente istituita presso la torinese Accademia Albertina.