Pajetta Pietro *
Serravalle (Treviso) 1845 - Padova 1911
Figlio di Paolo, paesaggista e decoratore, vestì giovanissimo l’abito ecclesiastico, ma nel 1862 si arruolò nell’esercito italiano e, grazie all’aiuto del generale E. Cialdini, poté frequentare l’Accademia di belle Arti di Bologna per due anni. In seguito lavorò ad Alessandria come fotografo e disegnatore meccanico del genio militare. Lasciato l’esercito, visse a Piacenza, a Treviso e a Padova. Espose assiduamente a Torino (1869, L’effetto del vino; 1870, Il tacchino, Il pittore; 1898, Le gioie della famiglia, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), a Milano (1880, Idillio campestre, La roca de la nona; 1884 Nei campi, Nunc et semper; 1895, Gentilezze rusticane), a Roma (1883, La preghiera) e a Venezia (1887 Armonie, Mercato delle pignatte; 1897, Bagno improvvisato). Fu anche ritrattista ( Cardinale Callegari, Padova, seminario vescovile; Ritratto del maestro Cesare Pollini, esposto a Milano nel 1906), decoratore di briosa vena settecentesca (Fanciulla sull’altalena , Allegoria della Primavera, 1900, Villa Contarini a Piazzola sul Brenta,Padova) e autore di opere di soggetto religioso (1905, chiesa di Sant’Agostino Arcella, Padova). Fu noto soprattutto per le scene di genere ispirate a episodi di vita contadina, colti con delicato reaalismo (Scena campestre, Un contratto, Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro).