Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Pagliarini Giovanni *

PAGLIARINI GIOVANNI
Ferrara 1808 - 1878
Dopo i primi studi artistici a Ferrara, frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia. Fra il 1830 e il 1840 ca. risiedette a Trieste e poi, almeno fino al 1859, a Udine, lavorando anche in Istria (pala del Duomo di Pirano, 1850 ca.). Nelle opere degli esordi accolse precocemente tematiche storico-romantiche e in Imelda e Bonifacio del 1835 (esposto a Trieste nel 1842, Trieste, Museo Revoltella) diede prova di aver ben assimilato lo studio della pittura emiliana del Seicento. Con l'Autoritratto con la famiglia del 1840 (Ferrara, Museo dell'Ottocento) mostrava di essersi ormai inserito nei movimenti artistici di area veneta, dei quali interpretò sia l'inclinazione biedermeier, sia il riferimento ai modelli coevi di O. Politi, M. Grigoletti e L. Lipparini. Nei ritratti guardò anche alla lezione del triestino G. Tominz, nella luminosa tornitura delle figure (La famiglia dell'ingegnere Antonio Lavagnolo, Luigi Zucco e la moglie Maria Fogolari, Udine, Museo Civico). Le prove successive mostrano l'evoluzione delle sue ricerche in direzione luministica (Predica di San Pietro e il miracolo dello storpio, 1859, Certosa di Ferrara) e di maggiore attinenza al reale (Due ritratti dal vero, esposti a Parma nel 1870; Baldassarre Bergando, 1869, Ferrara, Museo dell'Ottocento). Negli anni '70, come professore di anatomia all’Accademia ferrarese, ebbe fra i suoi allievi G. Previati.
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