Matania Edoardo *
Napoli 1847- 1929
Allievo dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1863 otteneva un premio scolastico. Nelle opere seguite all’esordio, avvenuto nel 1866 alla Promotrice Salvator Rosa (Una scena d'autunno), mostrava l’orientamento verso lo studio del vero e una pittura di genere talvolta animata da sentimentalismo patriottico (1871, Zingari; 1873, Studio dal vero e Nisida da Posillipo; 1875, La contribuzione e Un articolo interessante; 1897, Armi ed amori). La tensione a un naturalismo di più ampio respiro appare già nei paesaggi degli anni '80 (Marina, 1883, coll. privata), dove l'osservazione del dato ottico e naturale e l’uso plastico del colore evidenziano legami con G. De Nittis e con l’eredità della Scuola di Resina. Nel 1880 eseguì il Ritratto di Giuseppe Pignatelli (Napoli, Museo di Villa Pignatelli) e negli anni '90 quello di Alfonso Mele (coll. privata), proprietario degli omonimi Magazzini, per il quale lavorò come illustratore di manifesti e cataloghi dal 1891 al 1896. L’attività di illustratore fu vasta e prolungata: è autore di immagini famose, come l’acquerello Trattoria a Posillipo (1906), più volte riprodotto per pubblicazioni musicali. Nel 1890 fu nominato professore onorario dell’Accademia di Belle Arti e membro del comitato della Società Promotrice. Nel nuovo secolo si trasferì a Londra con il figlio Fortunino (Napoli 1881-1963): questi aveva esosordito alla Promotrice napoletana del 1896 con La piccola massaia. Disegnatore e illustratore, nel Novecento fu attivo per lo più a Londra, come collaboratore di The Sphere e di altri periodici europei. Predilesse soggetti d’ambiente e di costume neopompeiani su modello dell'inglese L. Alma Tadema.