Malatesta Narciso *
Venezia 1835 - Sassuolo (Modena) 1896
Figlio di Adeodato, dopo un'iniziale formazione modenese presso l'Accademia Atestina, passò all’Accademia di Firenze. Si dedicò a tele improntate a un verismo di stampo morelliano (La Chiatta o “La malaria”, Modena, coll. della Provincia; Falconiere, esposto a Brera nel 1872, Milano, Galleria d'Arte Moderna), scenografici ritratti (Ritratto dell'architetto Luigi Poletti, Modena, Biblioteca Poletti), soggetti sacri in cui aggiornò la lezione del padre, che talora lo affiancò nella stesura delle opere (Martirio dei Santi Nazario e Celso, parrocchiale di Vignola, Modena). Fu anche particolarmente attivo nel genere della natura morta di reminiscenza secentesca (Frutta e natura morta, 1876, Modena, coll. della Provincia). Partecipò assiduamente alle rassegne modenesi della Società d'Incoraggiamento e, fino al 1889, alle esposizioni di Firenze (1861, Galileo Galilei, Principio e fine), Genova (1864, Frutti, L'agguato), Torino (1865, Episodio della rivoluzione greca del 1821, La famiglia del saltimbanco; 1869, Boccaccio bambino presentato dal padre a Dante Alighieri in casa dei signori Da Polenta; 1870, 1873, 1880), Milano (1866, 1870, 1872, 1874, 1881), Parma (1870, Monsignor Don Celestino, archeologo che esamina una moneta antica, Isabella Orsini che insegna la musica al suo paggio). Fu docente di disegno e di fotografia alla Scuola Militare di Modena per oltre venticinque anni.