Lipparini Ludovico *
Bologna 1800 - Venezia 1856
Del periodo giovanile trascorso a Bologna non si hanno notizie certe. Trasferitosi a Venezia, si avvicinò all’ambiente accademico e in particolare a L. Cozza e a T. Matteini; esordì nel 1820 con Filottete ferito (coll. privata), presentato in gara con F. Hayez, con il quale divideva lo studio. Nell’impostazione formale e nella resa cromatica, l'opera rivela l'influenza di Matteini, ben presente anche nelle opere successive (Socrate scopre Alcibiade nel gineceo, 1829-1830) e soprattutto nella ritrattistica. Affrontò questo genere pittorico fin dagli inizi della sua attività: insieme ai ritratti dei generali dello stato maggiore austriaco (eseguiti nel 1822 durante un viaggio a Roma e a Napoli), ne rimane una celebre testimonianza in quello di Leopoldo Cicognara (1825, Venezia, Galleria dell'Accademia). A conferma della sua consolidata posizione nell'ambiente artistico veneziano, nel 1831 l'Accademia gli affidò la cattedra di elementi di figura e, nel 1848, quella di pittura. La sua produzione è caratterizzata dalla piena adesione al gusto e ai soggetti neoclassici fino agli anni '30 (Achille in atto di impugnare le armi, 1832; La famiglia di Caino, 1837), quando cominciò a guardare, con successo, a una nuova poetica storica d'ispirazione romantica, che prendendo a pretesto episodi della lotta per l'indipendenza greca coniugava in modo spregiudicato le valenze morali al gusto orientalista (Costantino Ipsilanti rimproverato da un banchiere armeno, esposto a Milano nel 1834; Il giuramento di Lord Byron, Treviso, Museo Civico; Morte di Marco Botzaris, Trieste, Museo Civico Sartorio).