Liegi Ulvi *
Livorno 1858 - 1939
Luigi Levi (anagrammato nello pseudonimo Ulvi Liegi) appartenne a un’agiata famiglia ebraica livornese e fu avviato all’arte da C. Markò figlio. Passato all’Accademia di Firenze, cominciò a esporre alla Promotrice cittadina fin dal 1882. Si legò a T. Signorini, a S. Lega e, più tardi, a G. Fattori e ai Tommasi, che lo influenzarono nelle scelte formali e nei soggetti, spesso paesaggi e vedute della città e del contado, attenti alle rese atmosferiche ed evocative (Via delle Cento stelle-II bucato, 1886, coll. privata). Nel 1886, dopo aver partecipato alla Mostra livornese, fece il suo primo viaggio a Parigi, quindi si recò a Londra. Da allora prese parte alle più importanti manifestazioni artistiche: fu a Venezia nel 1887 (Campagna romana, Manzotto sulla via Faentina, Strada al romitaggio), a Londra nel 1888, a Parigi nel 1889 (Le Soir, Près de Florence) e inoltre inviò opere alle annuali esposizioni di Firenze, Genova, Torino e Milano. Negli anni '90 la sua maniera si accostò a un Impressionismo internazionale, fondato essenzialmente sulla esuberanza cromatica accentuata dagli studi eseguiti nella solarità della riviera ligure, che frequentò regolarmente durante l’estate almeno dal 1895 (Case a Nervi, 1895, coll. privata). Nel 1906 dopo un soggiorno a Ron- cegno, in Valsugana, dove conobbe A. Soffici, tornò a stabilirsi a Livorno. Quell'anno presentò all’Esposizione Nazionale di Milano un'acquaforte, divenuta poi molto nota, che ritrae Fattori nel suo studio, intento all’incisione. Dopo una pausa durata fino al 1913 riprese l'attività con successo, diventando dal 1920 un protagonista del circolo degli artisti livornesi, che prese il nome di Gruppo Labronico.