Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Levi Isacco Gioacchino*

LEVI ISACCO GIOACCHINO
Busseto (Parma) 1818 ? - 1909
Allievo dell'Accademia di Parma, nel 1843 eseguì Narciso che si specchia alla fonte (identificabile con l'opera del Museo Civico di Busseto); contemporaneamente realizzava per la sua cittadina natale alcune copie di ritratti farnesiani (Busseto, Monte di Pietà). Di intonazione purista è La creazione di Adamo (Parma, Galleria Nazionale), con cui si aggiudicò nel 1848 il pensionato romano. A Roma rimase almeno fino al 1853, quando inviò in patria la Fondazione del Monte di Pegno di Busseto (Busseto, Monte di Pietà). Nel 1856 si trasferì a Torino, dove insegnò per un triennio al collegio Nazionale e partecipò alle esposizioni della Promotrice (1861, Madonna Cia o Marzia degli Ubaldini; 1862, La moglie di Giobbe). Passato a Milano, insegnò all’Accademia Militare. Di memoria hayeziana è Ritratto della moglie nelle vesti di Ofelia (Busseto, teatro Civico), forse identificabile con una Ofelia presentata a Brera nel 1863 e più volte replicata. Fatto ritorno a Busseto nel 1865, decorò il teatro locale (Commedia, Tragedia, Melodramma e Dramma Ro-mantico) e nel 1873 la biblioteca. Mantenne sempre stretti i rapporti con l’ambiente lombardo: nel 1869 espose a Brera II mattino e Aminta e Silvia, nel 1871 dipinse sulle pareti della chiesa di Limbiate (Milano) l’Annunciazione e la Natività e l'anno dopo presentò, sempre a Milano, alcuni quadretti d’ispirazione shakespeariana (Puck, Ariel, Oberon, Titania, Busseto, Museo Civico e teatro Verdi).
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