Induno Gerolamo *
Milano 1825 - 1890
Avviato alla pittura dal fratello maggiore Domenico, fra il 1839 e il 1846 frequentò i corsi di L. Sabatelli presso la milanese Accademia di Brera, ottenendo segnalazioni e premi scolastici (Scena dai Promessi Sposi, 1846); dal 1845 già figurava alle annuali braidensi. Dopo l'esperienza delle barricate di Milano nel '48 e della difesa della Repubblica Romana nel '49, diverrà una delle più note e popolari figure di pittore-soldato: dalle vicende vissute trasse infatti ispirazione per numerose opere realizzate anche nei decenni successivi (Legionari garibaldini alla difesa di Roma, Bivacco dei volontari, Garibaldi sul Gianicolo e Ritratto di Anita Garibaldi, 1849, tutti a Milano, Museo del Risorgimento; Porta San Pancrazio dopo l'assedio del 1849, 1851, Milano, Pinacoteca Ambrosiana). Ristabilitosi dalle ferite riportate durante l'azione di difesa del Vascello (tema ripreso in un dipinto, coll. privata), rientrò a Milano e dipinse a fianco del fratello, del quale seguì gli orientamenti ispirandosi alla cronaca contemporanea (Una vivandiera in costume della campagna romana, Una vecchia che prega, Veduta della Porta San Pancrazio, La scioperatella, esposti a Brera nel 1851) e soffermandosi sugli aspetti più miserevoli della società (Sciancato che suona il mandolino, 1852, e Povera madre, 1855, entrambi a Milano, Galleria d'Arte Moderna). Nel 1855 partecipò alla campagna di Crimea, prendendo appunti dal vero che poi utilizzò per la realizzazione di quadri in studio (La battaglia della Cernaia, esposto a Brera nel 1859). Nello stesso anno seguì Garibaldi, traendo ispirazione per altri dipinti (La lettera dal campo, 1859, coll. privata). Con la produzione successiva si guadagnò il ruolo di pittore ufficiale dei fasti risorgimentali, trovando un linguaggio appropriato, semplice e illustrativo, per tradurre le battaglie come pure le privazioni della povera gente, i sentimenti familiari e l'amor di patria (La battaglia di Magenta, 1861, Milano, Museo del Risorgimento; Un grande sacrificio, 1860, Milano, Pinacoteca di Brera; Garibaldi ferito ad Aspromonte, 1862, Milano, Museo del Risorgimento; La partenza del coscritto, 1862, Pia-cenza, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi; Triste presentimento, 1862, Milano, Pinacoteca di Brera; la Morte di Enrico Cairoli a Villa Glori, 1867, 1868, Pavia, Museo Civico). La grande versatilità e la facilità esecutiva gli consentirono di cimentarsi anche nella pittura a fresco in chiese, dimore private e edifici pubblici, ispirandosi alla coeva produzione letteraria e teatrale di successo (nel 1862 decorò con E. Pagliano alcune sale della stazione di Milano). Dagli anni '70 affiancò a opere di soggetto risorgimentale (La partenza dei volontari nel 1866, 1878, e La visita di Garibaldi a Vittorio Emanuele II in Roma. 30 gennaio 1875, 1879, entrambi a Milano, Museo del Risorgimento) una produzione di tele di ricostruzione storico-aneddotica del Settecento, destinate alla committenza borghese.