Gioja Edoardo *
Roma 1862 - Londra 1937
Si accostò alla pittura sotto la guida del padre, Belisario, ed esordì nel 1882 a Roma, alla Fiera Artistica Internazionale, con alcuni dipinti di soggetto storico e un acquerello di paesaggio (Porto d'Anzio). Ancora legate alle tematiche di genere appaiono le opere inviate all'Esposizione Internazionale del 1883 (Fantasie marinaresche, La partenza per la caccia, Vino nostrale, Studio d'estate) e alle successive mostre della Società Amatori e Cultori di Roma (1890, In hoc signo vinces). Nel 1891 si avvicinò a N. Costa, frequentando gli artisti del gruppo “In Arte Libertas” e soprattutto M. De Carolis: con loro si presentò alle esposizioni di Roma (1892, Agricola incurvo terram molitus aratro Soratte; Cofanetto nuziale in stucco) e di Venezia (1899, sei Paesaggi e un Ritratto). Si interessò alle arti applicate, studiò con passione i problemi tecnici della pittura sperimentando colori e vernici, si avvalse della fotografia nella traduzione pittorica del modello. Dagli anni '90 si dedicò in particolare al ritratto, dove in forme neorinascimentali espresse l’avvicinamento alla pittura preraffaellita (Ritratto della moglie, Autoritratto, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna). Eguale tendenza è visibile nelle opere decorative, per le quali eseguì numerosi studi e cartoni che presentò alle mostre romane di fine secolo: le imprese più notevoli realizzate a Roma, furono l’arredamento per la sala da pranzo di Villa Manzi, la decorazione di un salone e della scala di Palazzo Zuccari (1898-1899) e quella del Villino Ravà delle Rose (1907-1910), dove raffigurò i committenti accompa-gnati da figure allegoriche. Dal 1904 fu nel gruppo dei “XXV della Campagna Romana”. Viaggiò molto e dal 1919 visse e lavorò a Londra fino alla morte.