Ciardi Guglielmo *
Venezia 1842 - 1917
Allievo dal 1864 dell’Accademia di Venezia dove studiò con D. Bresolin, si dedicò fin dagli inizi al paesaggio, muovendo dalla lezione dei maestri veneti (Marina chioggiotta, 1867, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna) ma cercando stimoli differenziati nel corso di viaggi di studio: di particolare importanza quello compiuto nel corso del 1868, che lo portò a Roma dove strinse amicizia con N. Costa, a Napoli dove conobbe D. Morelli e dove rimeditò sul paesaggismo della Scuola di Posillipo, a Firenze, dove il rapporto con i Macchiaioli gli consentì di rinsaldare il valore del colore. Gli esiti di questi contatti sono documentati dalle opere dipinte in quell'anno (Dintorni di Roma, Capri, La valle dei mulini a Sorrento, A Licola, Venezia, Galleria d'Arte Moderna di Ca’ Pesaro) che rivelano una nuova concezione compositiva, come innovativa è la partitura dei volumi, scanditi dalle diverse luminosità dell’acqua e del cielo, nel Canale della Giudecca (1869, Venezia, Galleria d'Arte Moderna di Ca’ Pesaro). Dalla ricerca di motivi nella laguna veneta (1875, Giorno d'estate a Mazzorbo, Milano, Pinacoteca di Brera) o nella campagna trevigiana (dagli anni '70 passò lunghi periodi nella casa di Quinto) trasse le larghe vedute abitate da povere strutture, barche, mulini e figure al lavoro che presentò a numerose rassegne nazionali (Estate verso sera, esposto a Milano nel 1872; Il sole a Quinto, esposto a Napoli nel 1877; Ottobre, Solitudine, La calma, esposti a Torino nel 1880). Nelle opere degli anni '80 l’artista iniziò a variare la stesura del colore per accentuare il valore della luce (Messidoro, 1883, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna; Mattino alla Giudecca, 1890, Trieste, Museo Revoltella) per approdare, negli anni seguenti, a una pittura più veloce e d’impressione (San Martino di Castrozza, Canale della Giudecca, 1892, Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Ca' Pesaro). Dal 1894 Ciardi divenne titolare della cattedra di paesaggio all’Accademia di Venezia.