Carmignani Giulio *
Parma 1813 - 1890
Appartenente a una nota famiglia di tipografi, studiò in un primo tempo (dal 1821 al 1829 ca.) materie umanistiche al collegio Lalatta di Parma. Assunta nel 1837 la direzione della tipografia Carmignani (fino al 1862), probabilmente seguì in forma privata le lezioni di paesaggio di G. Boccaccio, che nel 1850 sostituì per breve tempo all’Accademia di Parma. Nel 1852 fu consigliere della neonata Società di Incoraggiamento dove espose quasi ininterrottamente dal 1860 al 1887. Il tratto definito e cristallino, le piccole pennellate, la costruzione calibrata e la luminosità diffusa dei suoi paesaggi (Un tramonto dopo la pioggia, 1864, Parma, Galleria Nazionale) avvicinano le opere di questi anni a G. B. de Gubernatis. Soluzioni più spiccata- mente vicine a certo romanticismo sentimentale (Paesaggio di montagna con la croce, 1845, coll. privata) riportano al primo A. Fontanesi, mentre nelle prove su temi legati al Romanticismo storico si fa sentire il richiamo a M. d'Azeglio (I montanari dell'Appennino toscano annientano nel 1358 al Palo della Scaletta la compagnia di ventura e fanno prigioniero il conte Lando che la comandava, 1845-1848, esposto a Parma nel 1870, coll. privata). Attraverso il figlio Guido, a Parigi nel 1857, si aggiornò sulle novità dei barbizonniers (Vento autunnale, 1866 ca., Comune di Zibello, Parma). Dopo il 1862, di ritorno da un viaggio a Napoli (testimoniato da alcuni taccuini conservati a Melzo, Milano, coll. E. Carmignani), mutò il suo linguaggio verso soluzioni più vicine alla Scuola di Posillipo (Parma dal torrente, 1867, esposto a Parma nel 1868, coll. privata). Un viaggio in Svizzera nel 1874 è documentato da diverse tele esposte in quell'anno alla Società d’Incoraggiamento (Svizzera. Torrente dopo la pioggia, Comune di San Pietro in Cerro, Piacenza). Forse a causa di una grave forma di tremito alle mani, intorno al 1882 fu costretto ad abbandonare la pittura, dedicandosi solo a studi letterari e alla poesia.