Busato Giovanni *
Vicenza 1806 - 1886
Allievo di T. Matteini all’Accademia di Venezia, nel 1829 vinse il pensionato romano durante il quale maturò non tanto per le lezioni di G. B. Landi e V. Camuccini, quanto per i contatti con la cultura purista dei Nazareni. Gli esiti sono visibili nell’ispirazione degli affreschi eseguiti nel 1837 nella Villa Pavan a Sant'Artemio di Treviso (episodi tratti dal romanzo Notre Dame de Paris di V. Hugo). L'anno seguente ebbe l'incarico per uno dei sipari del teatro La Fenice (Enrico Dandolo rifiuta la corona di Imperatore di Costantinopoli, 1838 ca.) e nel 1841 fu nominato assistente alla cattedra di pittura in accademia. Seguirono numerose commissioni per dipinti di soggetto storico e allegorico (La Notte e La Carità, 1843, Bassano, Palazzo Rezzonico) e per ritratti (L'architetto Miglioranza e signora, Vicenza, Museo Civico). Coinvolto nei moti del '48, l'artista dovette riparare prima in Svizzera e poi a Torino, dove nel 1853 realizzò alcune scene per la Galleria dinastica dei Reali di Savoia incisa dai più valenti incisori d'Italia (1862, Torino). Nei lunghi anni di esilio Busato viaggiò in Francia, in Grecia, in Russia (a Pietroburgo fu chiamato nel 1859 per decorare il teatro e ritrarre lo zar Alessandro II) e in Germania, dove apprese la tecnica della stereocromia, applicata di frequente dopo il ritorno in patria nel 1866 (decorazioni di Villa Palazzi a Preganziol; pale d'altare per il duomo di Schio; decorazione della facciata della Banca Popolare di Vicenza). Negli ultimi vent'anni di attività lavorò prevalentemente per dimore private e chiese in territorio vicentino.