Buonamici Ferdinando *
Firenze 1820 - 1892
Volontario della guerra del 1848, fu tra i primi frequentatori del Caffè Michelangiolo dove nel 1852 dipinse a fresco un “falso quadro” con I promessi sposi. Fin dal 1851 aveva partecipato, con temi manzoniani e quadri di genere, alle promotrici fiorentine e torinesi (Le gioie materne, 1863, già Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, perduto). Dalla campagna nel '59 riportò le impressioni documentate da dipinti quali la Caserma di Modena con i volontari della terza batteria toscana (esposto a Firenze nel 1862; prima versione a Firenze, coll. privata; replica a Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti) o l'Autoritratto in divisa da volontario (1859, coll. privata); opere che testimoniano della precoce adesione del pittore ai modi della “macchia” simili, per ispirazione, a quelli coevi di G. Fattori. La sua opera più nota, la Veduta del colle di Fiesole (1868, Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti) è significativa dell’avvicinamento dell’artista, dalla metà degli anni '60 al gruppo dei pittori di Piagentina, soprattutto a S. Lega. Negli anni '70 divise per un certo tempo lo studio col Fattori, ma nelle opere di quegli anni (La nonna, esposto a Firenze nel 1872, Una scena domestica, esposto a Firenze nel 1873) appaiono soggetti di intimità domestica vicini a Lega e a O. Borrani (La lezione, 1875, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Dopo il 1876 abbandonò quasi del tutto la pittura e la sua presenza alle mostre si fece rara.