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Livorno 1881 - 1959
Avviatosi agli studi artistici sotto la guida di L. Cecchi, si perfezionò all'Accademia di Firenze per tornare nel 1896 a Livorno, dove si inserì nel fertile clima culturale creato dalla presenza di vecchi maestri, come G. Fattori, delle personalità di P. Nomellini e L. Tommasi, e dai nuovi fermenti importati da Parigi dai livornesi A. Muller e L. Cappiello. I primi paesaggi, vicini alla pittura di L. Tommasi, contengono già elementi di tecnica divisionista. Nel 1899 ebbe modo di conoscere V. Grubicy, che seguì a Milano e con il quale avrà una lunga e amichevole collaborazione. Da quella data le sue opere seguirono l’approfondimento del linguaggio divisionista che, pur nella varietà delle esperienze, mantenne il riferimento alle radici macchiaiole, attento ai valori dello spazio e del volume. Assente alla prima mostra dei divisionisti toscani a Firenze nel 1904, partecipò al Salon des Peintres Divisionnistes del 1907. In quegli stessi anni, l'apertura a motivi di varie tendenze europee lo induceva a tentare forme liberty, saggi simbolisti e studi architettonici (La villa al mare, 1911, Livorno, Museo Civico) per recuperare, dopo la morte di Grubicy nel 1920, le caratteristiche divisioniste dei primi anni.