Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Benassai Giuseppe *

BENASSAI GIUSEPPE
Reggio di Calabria 1835 - 1878
Si formò alla scuola di I. Lavagna Fieschi e nel 1856 a quella di S. Fergola a Napoli. Tra il 1857 e il 1862 fu a Roma, dove conobbe M. Fortuny e A. Vertunni. Di questi anni sono Uno stagno con pascoli (esposto nel 1859 a Napoli, Caserta, Palazzo Reale) e Aspromonte (1862, Reggio di Calabria, Museo Archeologico) dove sono già evidenti le peculiarità di paesista «largo e armonioso»: la ripresa delle campagne laziali, calabre e in seguito toscane, è svolta con ampie inquadrature derivate da Vertunni, e con attenzione verista di eredità palizziana, risolta con pennellate minuziose e dense. Negli anni seguenti espose con frequenza alla Promotrice di Napoli (Paesaggio, vicinanze di Aspromonte, 1863; Campagna romana, 1864; Campagna pisana, 1866), a Torino (Paludi d'Ostia, 1863; Dintorni di Pisa, 1866), a Milano (1863, 1866, 1868, 1869), a Firenze (1866, 1867). Dal 1863 compì ripetuti soggiorni a Firenze dove, forse tramite l’amicizia di D. Morelli e di P. Villari, entrò in contatto con i Macchiaioli: traccia di quei rapporti appare nel quadro Pastore con gregge (Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti), passato nella collezione di D. Martelli. La sua personale lettura del Realismo si animava di significati sociali nei due dipinti inviati all’Esposizione di Torino del 1864 (Somarelli nelle spine e Somarelli nei fiori), tensione che si andò dissolvendo negli anni successivi nella pacata visione naturalista della Quiete (1868, Reggio di Calabria, Museo Archeologico). Dai soggiorni in Egitto, nel 1869 e nel 1871, trasse lo spunto per opere a soggetto orientale, che furono presentate in buon numero all’Esposizione di Parma del 1870 (tra le altre: Il leone nel deserto, Il Nilo presso Cairo, La fantasia dei beduini in Ismaila). Intorno al 1871 entrò in rapporto con il marchese L. Ginori e più tardi diresse la fabbrica di ceramica di Doccia, ideando anche diverse maioliche con soggetti tratti dai motivi dei suoi dipinti.
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