Balestrieri Lionello *
Cetona (Siena) 1872 - 1958
Trasferitosi giovanissimo a Napoli, fu allievo di G. Toma presso l'istituto di Belle Arti, per orientarsi più tardi verso un genere di ispirazione romantica, sulle orme di D. Morelli. Nel 1896 vinse il pensionato per la pittura, e poté in seguito soggiornare per qualche tempo a Parigi dove espose ai Salon con continuità dal 1897 (Aspettando la gloria) al 1911. Nel 1900 presentò all'Esposizione Universale di Parigi l’opera che lo rese noto, il Beethoven (Trieste, Museo Revoltella; bozzetto a Napoli, Museo di Capodimonte), che ottenne una medaglia d’oro. Negli anni successivi espose quadri di soggetto letterario e di intonazione sentimentale come Paradiso: Canto IX (esposto a Roma nel 1902 all'Esposizione del Bianco e Nero) e Gli ultimi giorni di Domenico Morelli (esposto a Monaco nel 1902 e a Venezia nel 1903), Chopin (esposto a Venezia nel 1905), oppure affini a tematiche morelliane (Storia del paggio innamorato, Napoli, Circolo Artistico Politecnico). Nella ricca produzione di questi anni, accanto alle composizioni di figura e d'ambiente, compaiono anche alcuni paesaggi: Notturno (esposto alla Promotrice di Napoli del 1904) , Effetto di luna (esposto a Venezia nel 1905). Tornato a Napoli nel 1914, nello stesso anno inviava alla Biennale di Venezia dipinti ispirati alla vita agreste: Il pastore, La fattoria, L'aratura, e l’anno seguente presentava alla Promotrice napoletana I lavori della metropolitana a Parigi e Mattutino. Interessato anche alle tecniche incisorie, fu direttore del Museo Artistico Industriale di Napoli e poi dell'Accademia di Belle Arti.