Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Attanasio Natale*

ATTANASIO NATALE
Catania 1845 - Roma 1923
L’alunnato presso l’istituto di Belle Arti di Napoli e soprattutto la frequentazione assidua dello studio di D. Morelli determinarono i connotati essenziali del suo stile. A Napoli partecipò con successo a varie esposizioni della Promotrice (1875, 1876, 1880, 1882). All’Esposizione Nazionale napoletana del 1877 presentò Ricchezze e miserie, Gulnara, Lacrime e delitti, e due Studi, a quella di Torino del 1887 Le vittime e Le accattone alla porta della chiesa, tutte opere oggi disperse. Dal 1882 trasferì il suo studio a Roma e nel corso della sua fortunata carriera presentò dipinti di soggetto storico o di carattere sociale, oltre a eseguire numerosi ritratti di chiara impronta morelliana. Va ricordata la sua presenza all’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-1892 con tre opere: Bernardo Palissy (acquistato dal re Umberto I, ora a Palermo, coll. Assemblea regionale siciliana), Cucine economiche (Catania, coll. Banco di Sicilia) e quello che comunemente viene considerato il suo capolavoro, Sunt lacrimae rerum o La cappella del manicomio, conosciuto anche come Le pazze, ora al castello Ursino di Catania, dove si conservano altri suoi dipinti (Tasso e il cardinale d'Este, Premiazione, Ritratto del figlio, Ritratto di donna, Particolare d'un antico portale della cattedrale). Dal 1886 al 1889 fu docente di disegno nella Scuola d’Arte e Mestieri di Catania; eseguì decorazioni a fresco e a tempera nel palazzo del principe di Montevago a Palermo, nel foyer del teatro Bellini e nell'abside della chiesa del Carmine a Catania e, a Roma, nella sala di lettura del Senato.
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