Altamura Francesco Saverio *
Foggia 1826 - Napoli 1897
Trasferitosi con la famiglia a Napoli nel 1840, frequentò lo studio di M. Di Napoli e dal 1845 seguì i corsi dell’Accademia. L’educazione di impianto purista si riconosce nei saggi dei primi anni: La donna adultera del 1845, L'Angelo appare a Goffredo del 1847 (Napoli, Galleria dell'Accademia), Ruth e La morte del crociato, del 1848 (Foggia, Museo Civico). Legatosi in amicizia con D. Morelli e inserito nell'ambiente partenopeo di idee riformiste e libertarie, prese parte ai moti del ’48: arrestato, poté riparare in Toscana dove recò l’e-sperienza del processo di rinnovamento artistico appena avviato da Morelli e F. Palizzi. Le opere di questo periodo, pressoché tutte disperse, appaiono legate a un'ispirazione sentimentale su temi letterari e fantastici: Episodio della schiavitù degli Ebrei, Pia de' Tolomei, Il Limbo, esposti nel 1851, Tom e Evangelina esposto nel 1853, Gli amori degli angeli e Allegoria dei cinque sensi, esposti nel 1854. La prima opera nota di questi anni, il Profilo di donna del 1852 (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti) testimonia della ricerca di suggestivi effetti formali. Nel medesimo periodo iniziava a dipingere dal vero, con i pittori della Scuola di Staggia. Sensibile ai fermenti di rinnovamento, tornò dal viaggio compiuto a Parigi nel 1855 con stimolanti suggerimenti sulle tecniche dei toni e del chiaroscuro e nel corso del 1856, ripresa la consuetudine di lavoro e di scambio col Morelli, diede con le sue prove un fondamentale impulso al processo di rinnovamento formale della pittura di storia. Se ne ha un esempio in Un'orgia di soldati all'epoca del Sacco di Roma, del quale ci resta uno studio (Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi), condotto con una forte drammatizzazione di chiaroscuro. Caratteristica presente, in forma di 'macchia' (a detta di un critico dell’Esposizione del 1858), anche in L'origine dei guelfi e dei ghibellini. Nella scansione luminosa dei toni dei Funerali di Buondelmonte (1859-60, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), è riconoscibile il riferimento alla pittura inglese preraffaellita. In seguito alla partecipazione al concorso Ricasoli gli fu assegnata l’esecuzione del Ritratto di Carlo Troya (1861, Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti) e del Mario vincitore dei Cimbri oggi perduto. In un'altra versione del Mario del 1863 (Napoli, Museo di Capodimonte) è visibile la ricerca di aggiornamento nell'uso di una tecnica più rapida e sciolta.Altamura seguitò a vivere e a lavorare a Firenze fino al 1867: sono di questi anni II lavoro (Napoli, Museo di Capodimonte) e i piccoli interni del Bargello del 1864 (Napoli, Museo di Capodimonte). Pure del 1864 è Odi vecchi e amori nuovi che segna la ripresa di quell’ispirazione sentimentale e moraleggiante alla quale l’Altamura restò legato nella produzione successiva: Il testo di basilico, esposto nel 1875, Le Roi s'amuse, presentato nel 1876, Maria Spinelli e Un carnevale a Firenze all'epoca del Savonarola, esposti entrambi nel 1877, Excelsior del 1880 (Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna). Nella produzione tarda com-paiono ritratti di patrioti e uomini illustri (Napoli, Museo di San Martino), e anche dipinti di soggetto sacro.