Allason Ernesto *
Torino 1822 - 1869
Dal 1843 frequentò l’Accademia Albertina dove fu allievo di C. Piacenza che lo educò alla cultura naturalista e al genere di paesaggismo importato da A. Calame: questo influsso è riconoscibile soprattutto nell'attenzione al vero e nell’atmosfera raccolta dei suoi dipinti. Trovato comunque un personale percorso di ricerca negli effetti di luce e di colore, rappresentò con finitezza valli alpine e scorci della campagna piemontese (La valle dell’Orco, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna). Partecipò con continuità, dal 1848 al 1868, alle esposizioni della Società Promotrice di Belle Arti di Torino e la società stessa acquistò fra il 1853 e il 1865 dieci suoi quadri: Le rive del Bormida (1853), Veduta presa sulle Alpi (1854), Paesaggio d'invenzione (1855), L'autunno - d'invenzione (1857), Vicinanze di Andorno (1858), Boscaglie presso il Sangone (1859), Pianura sotto la pioggia (1860), Faggi nella valle di Fobello (1861), Tramonto nelle Alpi (1863), Dintorni di Ivrea (1865). Dal 1866, con la presentazione della sua opera più significativa, La casa degli armenti, prese posto fra i paesaggisti più apprezzati. Dal 1850 al 1865 inviò opere anche alle esposizioni di Genova (Paesaggio con lago, 1850; Valle di Oulx, 1855; Spiaggia di Savona, 1863) e di Milano (Faggi a Fobello,1860); e numerose ne comparvero alla Retrospettiva torinese del 1892 (Ghiacciaio della Levanna, 1864, Torino, Palazzo Reale). Furono suoi allievi, oltre ai cugini Silvio e Ugo, E. Bertea, M. Panissera di Veglio, presidente della Promotrice e dell’Accademia Albertina, e Margherita di Savoia che nel 1868, divenuta regina, lo insignì di una onorificenza.