Saja Pietro*
SAJA PIETRO
Sessano del Molise (Isernia) 1775 ca. - Napoli 1833
Formatosi all'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di G. Tischbein, abbandonò presto i moduli della pittura tardosettecentesca (Madonna con anime purganti, 1792, chiesa del Rosario di Palazzo, Napoli) per aderire ai canoni dell'estetica neoclassica (Il ritorno di Ferdinando IV, 1799, Edimburgo, National Gal- lery of Scodand). Dal 1799 al 1804 fu a Roma: associato per merito all’Accademia di San Luca, in questa occasione offrì all'istituto romano la prima versione della Vestale sepolta viva (1803, Roma, biblioteca dell’Accademia di San Luca). Dopo il decennio murattiano (Gloria di angeli, 1805, chiesa di Santa Maria delle Grazie alla Vaccaria, San Leucio, Caserta; La morte di Ettore, uffici del teatro San Carlo, Napoli), il suo classicismo si espresse in dipinti storici e celebrativi della dinastia restaurata (La Gloria dei Borboni, 1816, Caserta, Palazzo reale). Partecipe del rinnovamento didattico dell'Accademia napoletana, dal 1822 vi ebbe l’incarico di docente; nel 1826 partecipò alla Biennale Borbonica con La forza della Religione e II potere del trono.
Sessano del Molise (Isernia) 1775 ca. - Napoli 1833
Formatosi all'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di G. Tischbein, abbandonò presto i moduli della pittura tardosettecentesca (Madonna con anime purganti, 1792, chiesa del Rosario di Palazzo, Napoli) per aderire ai canoni dell'estetica neoclassica (Il ritorno di Ferdinando IV, 1799, Edimburgo, National Gal- lery of Scodand). Dal 1799 al 1804 fu a Roma: associato per merito all’Accademia di San Luca, in questa occasione offrì all'istituto romano la prima versione della Vestale sepolta viva (1803, Roma, biblioteca dell’Accademia di San Luca). Dopo il decennio murattiano (Gloria di angeli, 1805, chiesa di Santa Maria delle Grazie alla Vaccaria, San Leucio, Caserta; La morte di Ettore, uffici del teatro San Carlo, Napoli), il suo classicismo si espresse in dipinti storici e celebrativi della dinastia restaurata (La Gloria dei Borboni, 1816, Caserta, Palazzo reale). Partecipe del rinnovamento didattico dell'Accademia napoletana, dal 1822 vi ebbe l’incarico di docente; nel 1826 partecipò alla Biennale Borbonica con La forza della Religione e II potere del trono.