Rapisardi Michele *
RAPISARDI MICHELE
Catania 1822 - Firenze 1886
Figlio del pittore Giuseppe, che fu il suo primo maestro, si dedicò inizialmente agli studi letterari e dal 1843, sostenuto da una pensione del decurionato catanese, si trasferì a Roma presso il conterraneo N. Carta; nel 1845 e nel 1846 partecipò con merito ai concorsi dell'Accademia di San Luca. La sua formazione, basata sullo studio dei maestri antichi, è documentata da disegni e bozzetti (Catania, Museo Civico). Trasferitosi a Firenze nel luglio del 1847, vi svolse interamente la sua attività successiva, tranne che per un ritorno a Catania fra il 1849 e il 1850 e alcuni viaggi di studio. Nel 1848 presentò alla Mostra accademica fiorentina L'Angelo d'Italia ovvero Iddio lo vuole (coll. privata), in cui mostrava attenzione per i modi di ascendenza nazarena di A. Gendron. Fu tra i primi frequentatori del Caffè Michelangiolo e partecipò al fermento innovativo che in quegli anni interessò la pittura di storia. Nei dipinti inviati alle mostre fiorentine della Promotrice scelse soggetti a carattere filologico e rievocativo, con una predilezione per temi sentimentali di origine letteraria e fantastica (tra gli altri, 1852, L'esilio di Aristide; 1853, Uno sguardo a Venezia attraverso cinque secoli, La fuga di Bianca Cappello; 1854, Le vergini di Sion). All'Esposizione accademica del 1854 inviò I primi poeti italiani alla corte di Federico II in Sicilia (bozzetto a Catania, Museo Civico). Iniziò parallelamente la produzione di ritratti e quadri di genere, sempre condotti con la medesima attenzione evocativa (Costume di Catania, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna). Nel 1859 partecipò al concorso Ricasoli per la sezione di storia antica (La battaglia di Legnano). Nel Museo Civico di Catania si conservano diversi esempi della sua attività più nota, legata a soggetti medievali (I Vespri Siciliani, 1864; Calendimaggio, 1864-1865; Le castellane e il Menestrello, 1869; Margherita e Fausto, 1868), accanto a ritratti e a piccoli studi di paesaggio. Fra le ultime opere sono Sant'Antonio da Padova (1882, chiesa madre di Nicolosi, Catania) e Ore felici (1883, Catania, Museo Civico).
Catania 1822 - Firenze 1886
Figlio del pittore Giuseppe, che fu il suo primo maestro, si dedicò inizialmente agli studi letterari e dal 1843, sostenuto da una pensione del decurionato catanese, si trasferì a Roma presso il conterraneo N. Carta; nel 1845 e nel 1846 partecipò con merito ai concorsi dell'Accademia di San Luca. La sua formazione, basata sullo studio dei maestri antichi, è documentata da disegni e bozzetti (Catania, Museo Civico). Trasferitosi a Firenze nel luglio del 1847, vi svolse interamente la sua attività successiva, tranne che per un ritorno a Catania fra il 1849 e il 1850 e alcuni viaggi di studio. Nel 1848 presentò alla Mostra accademica fiorentina L'Angelo d'Italia ovvero Iddio lo vuole (coll. privata), in cui mostrava attenzione per i modi di ascendenza nazarena di A. Gendron. Fu tra i primi frequentatori del Caffè Michelangiolo e partecipò al fermento innovativo che in quegli anni interessò la pittura di storia. Nei dipinti inviati alle mostre fiorentine della Promotrice scelse soggetti a carattere filologico e rievocativo, con una predilezione per temi sentimentali di origine letteraria e fantastica (tra gli altri, 1852, L'esilio di Aristide; 1853, Uno sguardo a Venezia attraverso cinque secoli, La fuga di Bianca Cappello; 1854, Le vergini di Sion). All'Esposizione accademica del 1854 inviò I primi poeti italiani alla corte di Federico II in Sicilia (bozzetto a Catania, Museo Civico). Iniziò parallelamente la produzione di ritratti e quadri di genere, sempre condotti con la medesima attenzione evocativa (Costume di Catania, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna). Nel 1859 partecipò al concorso Ricasoli per la sezione di storia antica (La battaglia di Legnano). Nel Museo Civico di Catania si conservano diversi esempi della sua attività più nota, legata a soggetti medievali (I Vespri Siciliani, 1864; Calendimaggio, 1864-1865; Le castellane e il Menestrello, 1869; Margherita e Fausto, 1868), accanto a ritratti e a piccoli studi di paesaggio. Fra le ultime opere sono Sant'Antonio da Padova (1882, chiesa madre di Nicolosi, Catania) e Ore felici (1883, Catania, Museo Civico).