Querci Dario *
QUERCI DARIO
Messina 1831 - Roma 1918
Si formò sotto la guida di A. Bonanno e N. Miller e dal 1851 frequentò i corsi di disegno e pittura dell'università di Messina. Con un sussidio municipale, nel 1854 si trasferì a Roma, dove conobbe F. Coghetti, F. Podestà, P. Tenerani e P. Cornelius. A questo periodo risale Federico II d'Aragona divide il pane agli assediati Messinesi (perduto, ma documentato da un'incisione nel periodico L'Album del 1857). Nel 1860 fu al seguito di G. Garibaldi; l'anno successivo partecipò alla I Esposizione Nazionale di Firenze con due paesaggi e due dipinti di tema storico-letterario, nei quali è avvertibile l'indirizzo purista e nazareno assunto dal pittore. Della sua vasta produzione, in gran parte dispersa, restano Riposo in Egitto (1864, Duomo di Ragusa), San Giorgio che libera la principessa (1866, chiesa di San Giorgio, Ragusa), L'incontro di Dante e Beatrice (1866, Palermo, Galleria Civica d’Arte Moderna), Cola di Rienzo in San Giorgio in Velabro (1873, coll. privata), Alboino re dei Goti e l'origine dello stemma di famiglia (1874, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna; bozzetto in coll. privata), Mazzini in Campidoglio (1881, coll. privata). L'attività ritrattistica è documentata da alcuni dipinti ufficiali, dai tratti convenzionali (Ritratto di Umberto I, 1882, Palermo, Museo di Storia Patria; Ritratto del duca Pio Grazioli, 1884, Roma, Accademia di San Luca), e dal più disinvolto Ritratto di signora in nero (1882, Messina, Museo Regionale). Fu giornalista e polemista, e professore di disegno presso l'Accademia di Belle Arti di Roma.
Messina 1831 - Roma 1918
Si formò sotto la guida di A. Bonanno e N. Miller e dal 1851 frequentò i corsi di disegno e pittura dell'università di Messina. Con un sussidio municipale, nel 1854 si trasferì a Roma, dove conobbe F. Coghetti, F. Podestà, P. Tenerani e P. Cornelius. A questo periodo risale Federico II d'Aragona divide il pane agli assediati Messinesi (perduto, ma documentato da un'incisione nel periodico L'Album del 1857). Nel 1860 fu al seguito di G. Garibaldi; l'anno successivo partecipò alla I Esposizione Nazionale di Firenze con due paesaggi e due dipinti di tema storico-letterario, nei quali è avvertibile l'indirizzo purista e nazareno assunto dal pittore. Della sua vasta produzione, in gran parte dispersa, restano Riposo in Egitto (1864, Duomo di Ragusa), San Giorgio che libera la principessa (1866, chiesa di San Giorgio, Ragusa), L'incontro di Dante e Beatrice (1866, Palermo, Galleria Civica d’Arte Moderna), Cola di Rienzo in San Giorgio in Velabro (1873, coll. privata), Alboino re dei Goti e l'origine dello stemma di famiglia (1874, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna; bozzetto in coll. privata), Mazzini in Campidoglio (1881, coll. privata). L'attività ritrattistica è documentata da alcuni dipinti ufficiali, dai tratti convenzionali (Ritratto di Umberto I, 1882, Palermo, Museo di Storia Patria; Ritratto del duca Pio Grazioli, 1884, Roma, Accademia di San Luca), e dal più disinvolto Ritratto di signora in nero (1882, Messina, Museo Regionale). Fu giornalista e polemista, e professore di disegno presso l'Accademia di Belle Arti di Roma.