Pesenti Domenico *
PESENTI DOMENICO
Medole (Mantova) 1843 - Mantova 1918
La precoce disposizione indusse la famiglia ad avviare il giovane agli studi artistici, prima a Brescia presso la Scuola Moretto e dal 1862 a Milano presso l’Accademia di Brera, dove fu allievo di C. Boito, C. Bertacchi e C. Ferrano. Intrapreso l’indirizzo della pittura prospettica, nel 1864 presentò alla Mostra milanese l’acquerello Veduta della Chiesa di San Celso e del prossimo santuario di Santa Maria (Brescia, Galleria Civica d'Arte Moderna). L'appoggio di Ferrario, di cui fu anche assistente, e quello di E. Pagliano gli consentirono di trasferirsi a Milano a partire dal 1870. Ormai affermato (Camera da letto nel Palazzo reale di Milano, 1869, Milano, Pinacoteca di Brera), con l'aiuto di G. Mylius poté viaggiare per trarre ispirazione da vedute e monumenti italiani, eseguendo opere che presentò alle mostre milanesi (1877, Porta della sala del collegio nel Palazzo ducale di Venezia) e a quelle fiorentine e torinesi. Dal 1877 si stabilì per un ventennio a Firenze, dove aprì lo studio sul Lungarno ed entrò in contatto con la galleria Pisani (Ingresso delle cappelle medicee, esposto a Firenze nel 1889; Coro della chiesa di Santa Maria Novella in Firenze, esposto a Roma nel 1893). Alla produzione successiva, in parte realizzata dopo il trasferimento a Mantova nel 1897, appartengono numerosi ritratti, dipinti di genere con scorci rustici e paesaggi mantovani, nei quali emergono rinnovate ricerche tematiche e formali.
Medole (Mantova) 1843 - Mantova 1918
La precoce disposizione indusse la famiglia ad avviare il giovane agli studi artistici, prima a Brescia presso la Scuola Moretto e dal 1862 a Milano presso l’Accademia di Brera, dove fu allievo di C. Boito, C. Bertacchi e C. Ferrano. Intrapreso l’indirizzo della pittura prospettica, nel 1864 presentò alla Mostra milanese l’acquerello Veduta della Chiesa di San Celso e del prossimo santuario di Santa Maria (Brescia, Galleria Civica d'Arte Moderna). L'appoggio di Ferrario, di cui fu anche assistente, e quello di E. Pagliano gli consentirono di trasferirsi a Milano a partire dal 1870. Ormai affermato (Camera da letto nel Palazzo reale di Milano, 1869, Milano, Pinacoteca di Brera), con l'aiuto di G. Mylius poté viaggiare per trarre ispirazione da vedute e monumenti italiani, eseguendo opere che presentò alle mostre milanesi (1877, Porta della sala del collegio nel Palazzo ducale di Venezia) e a quelle fiorentine e torinesi. Dal 1877 si stabilì per un ventennio a Firenze, dove aprì lo studio sul Lungarno ed entrò in contatto con la galleria Pisani (Ingresso delle cappelle medicee, esposto a Firenze nel 1889; Coro della chiesa di Santa Maria Novella in Firenze, esposto a Roma nel 1893). Alla produzione successiva, in parte realizzata dopo il trasferimento a Mantova nel 1897, appartengono numerosi ritratti, dipinti di genere con scorci rustici e paesaggi mantovani, nei quali emergono rinnovate ricerche tematiche e formali.