Panebianco Michele *
PANEBIANCO MICHELE
Messina 1806 - 1873
La prima formazione dell’artista si svolse presso la Scuola di Pittura retta da L. Subba presso il messinese collegio Carolino; al periodo di apprendistato, basato sulla copia dei dipinti conservati nel Museo della città natale, appartengono due acerbe prove vedutistiche eseguite nel 1825 (Veduta dei porto di Messina e pro-spetto della Calabria e Veduta del prospetto della città di Messina presa dal Canale, Messina, rettorato dell’università). Nel 1828 si trasferì a Roma con un sussidio comunale; qui fu allievo di V. Camuccini e del conterraneo N. Carta presso l’Accademia di San Luca e, lo stesso anno, ottenne un premio scolastico (Roma, Archivio Storico dell’Accademia di San Luca). Nel 1832 fece ritorno a Messina, dove eseguì opere di carattere devozionale (Sant'Antonio Abate in estasi, chiesa madre di Aci Sant'Antonio, Catania). Fra il 1845 e il 1846 compì un viaggio di studio attraverso l’Italia, che fu occasione per stabilire proficui rapporti con L. Sabatelli, F. Hayez e P. Tenerani, per il quale nel 1859 dipinse un Riposo in Egitto. Attivo soprattutto nella sua città, si aggiudicò il concorso indetto per il sipario del teatro Sant’Elisabetta, per il quale presentò un primo bozzetto con Il torneo dei cavalieri della stella (coll. privata) e poi, nel 1850, una piccola tela con Gelone che accorda pace ai vinti cartaginesi (Messina, Museo Regionale). Impostosi per la salda impronta classicista e accademica della sua pittura, nel 1852 venne nominato direttore della Scuola di Disegno e Pittura dell’università. Di nuovo a Roma per un breve periodo, nell’estate del 1854 lavorò a un grande dipinto con L'attacco dei saraceni contro i cavalieri dei Verdi che accompagnano il sacramento eucaristico (già a Messina, Museo Civico, distrutto), documentato da una serie di disegni apparsi di recente sul mercato antiquario. Un fugace interesse per i fatti di storia contemporanea è testimoniato da un Episodio della battaglia di Milazzo del 1861 (coll. privata). Intensa fu l’attività ristrattistica (Ritratto della famiglia del barone Pennisi di Floristella, 1843, coll. privata; Ritratto della famiglia del principe d'Alcontres, 1847, coll. privata); nutrita, ma di modesto respiro, fu invece la produzione di pale d'altare, fra le quali si ricordano Sant'Agata in carcere visitata da San Pietro (chiesa di San Benedetto, Acireale, Catania) e La deposizione dalla croce (chiesa parrocchiale di Altolia, Messina).
Messina 1806 - 1873
La prima formazione dell’artista si svolse presso la Scuola di Pittura retta da L. Subba presso il messinese collegio Carolino; al periodo di apprendistato, basato sulla copia dei dipinti conservati nel Museo della città natale, appartengono due acerbe prove vedutistiche eseguite nel 1825 (Veduta dei porto di Messina e pro-spetto della Calabria e Veduta del prospetto della città di Messina presa dal Canale, Messina, rettorato dell’università). Nel 1828 si trasferì a Roma con un sussidio comunale; qui fu allievo di V. Camuccini e del conterraneo N. Carta presso l’Accademia di San Luca e, lo stesso anno, ottenne un premio scolastico (Roma, Archivio Storico dell’Accademia di San Luca). Nel 1832 fece ritorno a Messina, dove eseguì opere di carattere devozionale (Sant'Antonio Abate in estasi, chiesa madre di Aci Sant'Antonio, Catania). Fra il 1845 e il 1846 compì un viaggio di studio attraverso l’Italia, che fu occasione per stabilire proficui rapporti con L. Sabatelli, F. Hayez e P. Tenerani, per il quale nel 1859 dipinse un Riposo in Egitto. Attivo soprattutto nella sua città, si aggiudicò il concorso indetto per il sipario del teatro Sant’Elisabetta, per il quale presentò un primo bozzetto con Il torneo dei cavalieri della stella (coll. privata) e poi, nel 1850, una piccola tela con Gelone che accorda pace ai vinti cartaginesi (Messina, Museo Regionale). Impostosi per la salda impronta classicista e accademica della sua pittura, nel 1852 venne nominato direttore della Scuola di Disegno e Pittura dell’università. Di nuovo a Roma per un breve periodo, nell’estate del 1854 lavorò a un grande dipinto con L'attacco dei saraceni contro i cavalieri dei Verdi che accompagnano il sacramento eucaristico (già a Messina, Museo Civico, distrutto), documentato da una serie di disegni apparsi di recente sul mercato antiquario. Un fugace interesse per i fatti di storia contemporanea è testimoniato da un Episodio della battaglia di Milazzo del 1861 (coll. privata). Intensa fu l’attività ristrattistica (Ritratto della famiglia del barone Pennisi di Floristella, 1843, coll. privata; Ritratto della famiglia del principe d'Alcontres, 1847, coll. privata); nutrita, ma di modesto respiro, fu invece la produzione di pale d'altare, fra le quali si ricordano Sant'Agata in carcere visitata da San Pietro (chiesa di San Benedetto, Acireale, Catania) e La deposizione dalla croce (chiesa parrocchiale di Altolia, Messina).