Netti Francesco *
NETTI FRANCESCO
Santeramo in Colle (Bari) 1832 - 1894
Appartenente a una famiglia della borghesia fondiaria pugliese, studiò a Napoli presso il collegio degli Scolopi di San Carlo alle Mortelle. Solo dopo la laurea in giurisprudenza, si dedicò agli studi artistici, seguendo le lezioni private di G. Bonolis, T. De Vivo e M. De Napoli e frequentando per un anno (1855) l’Accademia di Belle Arti. Dal 1856 al 1859 risiedette a Roma realizzando copie dall’antico. Ritornato a Napoli, fu fondamentale per la sua formazione l'amicizia con D. Morelli, nel cui studio portò a termine nel 1860 La follia Haidée (esposto a Firenze nel 1861). Allontanatosi dall'influenza di Morelli, frequentò la Scuola del Nudo di F. Palizzi: significative della ricerca di un linguaggio autonomo appaiono le opere di questi anni come Rimembranze del 15 maggio 1848 (1861, esposto alla Promotrice napoletana nel 1862, Napoli, Museo di San Martino), La pioggia (1864, esposto alla Promotrice nel 1864, Napoli, Museo di Capodimonte), Dopo la festa (1864, coll. privata, in sintonia con II duello dopo il ballo di J. L. Gérome). Il lungo soggiorno parigino (1866-1871), interrotto da una permanenza a Grez (nei pressi di Fontainebleau) nella seconda metà del 1869, lo indusse a dedicarsi al paesaggio, pervenendo a un sensibile schiarimento della tavolozza. Al periodo francese appartengono Festa a Grez (1869-1870, Bari, Pinacoteca Provinciale), rivelatore della conoscenza di G. Courbet, Dintorni di Fontainebleau (1870, coll. privata), non ignaro dell'opera di C. Corot, Barricata in una strada (1870-1871, coll. privata), Orgia e lavoro (coll. privata). All’inizio del secondo periodo napoletano, caratterizzato da un'intensa attività giornalistica e letteraria, eseguì La lettrice (1873, coll. privata) e diverse scene agresti e paesane assimilabili ai modi dei pittori di Portici: fra le altre, Sul sagrato della chiesa (1875 ca., coll. privata), vicina al M. De Gregorio della Veduta di Casacalenda o di Contadino che carica un traino in un cortile (1872, ca., coll. privata), e Sulla via di Santeramo (1875 ca., coll. privata), entrambe singolarmente affini alle tematiche del giovane G. De Nittis. Dopo un viaggio d’istruzione a Padova, Ferrara e Venezia, dal 1875 al 1880 si accostò ai soggetti neopompeiani (Coro antico uscente dal tempio, 1877, Napoli, Galleria dell’Accademia; Dopo un gioco di gladiatore-cena a Pompei, 1880, Napoli, Museo di Capodimonte). Si orientò poi decisamente verso temi contemporanei, come in Alla Corte d’Assise (1882, Bari, Pinacoteca Provinciale), che già rimanda all’uso della fotografia, destinata a essere largamente praticata dall'artista a partire dal 1885 ca. Da un viaggio in Turchia nel 1884 riportò una serie di bozzetti e acquerelli da cui nacquero, elaborate in studio, com-posizioni come La siesta (1884, Bari, Pinacoteca Provinciale) e Le ricamatrici levantine (1886-1890, coll. privata). Negli ultimi anni, durante i sempre più frequenti soggiorni in Puglia, realizzò il grande ciclo dei Mietitori: Riposo in mietitura (1893-1894, coll. privata), Il pasto dei mietitori (perduto), La messe, (1893- 1894, Napoli, Galleria dell’Accademia), per i quali utilizzò fotografie che egli stesso aveva eseguito.
Santeramo in Colle (Bari) 1832 - 1894
Appartenente a una famiglia della borghesia fondiaria pugliese, studiò a Napoli presso il collegio degli Scolopi di San Carlo alle Mortelle. Solo dopo la laurea in giurisprudenza, si dedicò agli studi artistici, seguendo le lezioni private di G. Bonolis, T. De Vivo e M. De Napoli e frequentando per un anno (1855) l’Accademia di Belle Arti. Dal 1856 al 1859 risiedette a Roma realizzando copie dall’antico. Ritornato a Napoli, fu fondamentale per la sua formazione l'amicizia con D. Morelli, nel cui studio portò a termine nel 1860 La follia Haidée (esposto a Firenze nel 1861). Allontanatosi dall'influenza di Morelli, frequentò la Scuola del Nudo di F. Palizzi: significative della ricerca di un linguaggio autonomo appaiono le opere di questi anni come Rimembranze del 15 maggio 1848 (1861, esposto alla Promotrice napoletana nel 1862, Napoli, Museo di San Martino), La pioggia (1864, esposto alla Promotrice nel 1864, Napoli, Museo di Capodimonte), Dopo la festa (1864, coll. privata, in sintonia con II duello dopo il ballo di J. L. Gérome). Il lungo soggiorno parigino (1866-1871), interrotto da una permanenza a Grez (nei pressi di Fontainebleau) nella seconda metà del 1869, lo indusse a dedicarsi al paesaggio, pervenendo a un sensibile schiarimento della tavolozza. Al periodo francese appartengono Festa a Grez (1869-1870, Bari, Pinacoteca Provinciale), rivelatore della conoscenza di G. Courbet, Dintorni di Fontainebleau (1870, coll. privata), non ignaro dell'opera di C. Corot, Barricata in una strada (1870-1871, coll. privata), Orgia e lavoro (coll. privata). All’inizio del secondo periodo napoletano, caratterizzato da un'intensa attività giornalistica e letteraria, eseguì La lettrice (1873, coll. privata) e diverse scene agresti e paesane assimilabili ai modi dei pittori di Portici: fra le altre, Sul sagrato della chiesa (1875 ca., coll. privata), vicina al M. De Gregorio della Veduta di Casacalenda o di Contadino che carica un traino in un cortile (1872, ca., coll. privata), e Sulla via di Santeramo (1875 ca., coll. privata), entrambe singolarmente affini alle tematiche del giovane G. De Nittis. Dopo un viaggio d’istruzione a Padova, Ferrara e Venezia, dal 1875 al 1880 si accostò ai soggetti neopompeiani (Coro antico uscente dal tempio, 1877, Napoli, Galleria dell’Accademia; Dopo un gioco di gladiatore-cena a Pompei, 1880, Napoli, Museo di Capodimonte). Si orientò poi decisamente verso temi contemporanei, come in Alla Corte d’Assise (1882, Bari, Pinacoteca Provinciale), che già rimanda all’uso della fotografia, destinata a essere largamente praticata dall'artista a partire dal 1885 ca. Da un viaggio in Turchia nel 1884 riportò una serie di bozzetti e acquerelli da cui nacquero, elaborate in studio, com-posizioni come La siesta (1884, Bari, Pinacoteca Provinciale) e Le ricamatrici levantine (1886-1890, coll. privata). Negli ultimi anni, durante i sempre più frequenti soggiorni in Puglia, realizzò il grande ciclo dei Mietitori: Riposo in mietitura (1893-1894, coll. privata), Il pasto dei mietitori (perduto), La messe, (1893- 1894, Napoli, Galleria dell’Accademia), per i quali utilizzò fotografie che egli stesso aveva eseguito.