De Francisco Pietro *
DE FRANCISCO PIETRO
Palermo 1873 - Mentone 1969
L'artista, il cui vero cognome era De Francesco, mutato poi in De Francisco che egli ritenne più rappresentativo, a circa vent'anni fu all'istituto di Belle Arti della città natale, allievo di S. Marchese e F. Lojacono: a questo periodo risalgono alcuni dipinti en plein air (Vitelli, 1896, coll. privata) e studi (Uomo ignudo, Nudino, 1898; Testa di vecchio, 1897, Palermo, Galleria Civica d'Arte Moderna) e anche alcune opere d’ispirazione storica (Pigmalione, 1896, noto attraverso una vecchia fotografia; Nerone e Poppea, 1899; I funerali di Petrarca; San Paolo dinanzi Agrippa, Roma, Musei Capitolini). Nei primi anni del nuovo secolo, beneficiando di una pensione, si stabilì a Roma dove si dedicò a temi di paesaggio dai dichiarati intenti intimisti (Paesaggio nostalgico, 1901, Palermo, Galleria Civica d'Arte Moderna). Nel 1902 espose Marina, Venezia e uno studio alla mostra romana “In Arte Libertas”. Con il trasferimento a Milano comparve nella sua produzione, accanto agli studi di paesaggio, un interesse per le tematiche sociali (La rivolta, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna) presente anche nelle opere esposte a Napoli nel 1904 (Le barricate, Impressioni) e nel 1906 a Milano (Conforti, Paesaggio al crepuscolo, Vecchie case, Lotte sociali). Dal 1909 fu a Parigi, dove conobbe C. Monet col quale espose nel 1911. Le suggestioni postimpressioniste e lo studio, condotto nella capitale francese, sui cromatismi, sulla luce, sulla vita moderna culminarono nel dipinto Les Moulins, eseguito al ritorno a Milano, nel 1915, e accompagnato da altri dipinti d'ambiente impressionista. La spinta al rinnovamento e al superamento della tradizione accademica avvicinarono il pittore, pur se con attitudine teorica, agli ambienti palermitani d'ispirazione futurista rappresentati dal poligrafo F. De Maria.
Palermo 1873 - Mentone 1969
L'artista, il cui vero cognome era De Francesco, mutato poi in De Francisco che egli ritenne più rappresentativo, a circa vent'anni fu all'istituto di Belle Arti della città natale, allievo di S. Marchese e F. Lojacono: a questo periodo risalgono alcuni dipinti en plein air (Vitelli, 1896, coll. privata) e studi (Uomo ignudo, Nudino, 1898; Testa di vecchio, 1897, Palermo, Galleria Civica d'Arte Moderna) e anche alcune opere d’ispirazione storica (Pigmalione, 1896, noto attraverso una vecchia fotografia; Nerone e Poppea, 1899; I funerali di Petrarca; San Paolo dinanzi Agrippa, Roma, Musei Capitolini). Nei primi anni del nuovo secolo, beneficiando di una pensione, si stabilì a Roma dove si dedicò a temi di paesaggio dai dichiarati intenti intimisti (Paesaggio nostalgico, 1901, Palermo, Galleria Civica d'Arte Moderna). Nel 1902 espose Marina, Venezia e uno studio alla mostra romana “In Arte Libertas”. Con il trasferimento a Milano comparve nella sua produzione, accanto agli studi di paesaggio, un interesse per le tematiche sociali (La rivolta, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna) presente anche nelle opere esposte a Napoli nel 1904 (Le barricate, Impressioni) e nel 1906 a Milano (Conforti, Paesaggio al crepuscolo, Vecchie case, Lotte sociali). Dal 1909 fu a Parigi, dove conobbe C. Monet col quale espose nel 1911. Le suggestioni postimpressioniste e lo studio, condotto nella capitale francese, sui cromatismi, sulla luce, sulla vita moderna culminarono nel dipinto Les Moulins, eseguito al ritorno a Milano, nel 1915, e accompagnato da altri dipinti d'ambiente impressionista. La spinta al rinnovamento e al superamento della tradizione accademica avvicinarono il pittore, pur se con attitudine teorica, agli ambienti palermitani d'ispirazione futurista rappresentati dal poligrafo F. De Maria.