Biscarra Carlo Felice *
BISCARRA CARLO FELICE
Torino 1823 - 1894
Figlio del pittore G. B. Biscarra, coltivò contemporaneamente la pittura e gli studi letterari. Ventenne, ottenne un pensionato di studio a Firenze e Roma, dove rimase fino al 1848 traendo i soggetti per i dipinti esposti alla Promotrice nel 1848 e nel 1849. Nel 1850 il quadro storico Cola di Rienzo fu acquistato dal re (Torino, Palazzo Reale). Nello stesso anno viaggiò attraverso l'Europa soggiornando un anno a Parigi dove studiò con A. Scheffer. Rientrato a Torino, frequentò costantemente le mostre della Promotrice con dipinti di soggetto storico e letterario (Otello e Desdemona, 1861). Coltivò in parallelo l'interesse tematico per le vite di personaggi illustri della storia, della scienza e di maestri della pittura, incontrando il gusto delle istituzioni pubbliche (Silvio Pellico condotto allo Spielberg, 1865, Saluzzo, Casa Cavassa). Negli anni '60 espose a Firenze, Milano, Genova e nel 1873 a Vienna (Francesco I re di Francia riceve la saliera d'oro dal Cellini). I suoi interessi si andavano orientando verso il paesaggio, che divenne prevalente nella pittura degli ultimi anni. Fu anche incisore all'acquaforte e critico d'arte, direttore con L. Rocca del periodico L'Arte in Italia (1869-1873). Attivo nei dibattiti artistici di fine secolo, ricoprì dal 1860 la carica di segretario dell'Accademia Albertina.
Torino 1823 - 1894
Figlio del pittore G. B. Biscarra, coltivò contemporaneamente la pittura e gli studi letterari. Ventenne, ottenne un pensionato di studio a Firenze e Roma, dove rimase fino al 1848 traendo i soggetti per i dipinti esposti alla Promotrice nel 1848 e nel 1849. Nel 1850 il quadro storico Cola di Rienzo fu acquistato dal re (Torino, Palazzo Reale). Nello stesso anno viaggiò attraverso l'Europa soggiornando un anno a Parigi dove studiò con A. Scheffer. Rientrato a Torino, frequentò costantemente le mostre della Promotrice con dipinti di soggetto storico e letterario (Otello e Desdemona, 1861). Coltivò in parallelo l'interesse tematico per le vite di personaggi illustri della storia, della scienza e di maestri della pittura, incontrando il gusto delle istituzioni pubbliche (Silvio Pellico condotto allo Spielberg, 1865, Saluzzo, Casa Cavassa). Negli anni '60 espose a Firenze, Milano, Genova e nel 1873 a Vienna (Francesco I re di Francia riceve la saliera d'oro dal Cellini). I suoi interessi si andavano orientando verso il paesaggio, che divenne prevalente nella pittura degli ultimi anni. Fu anche incisore all'acquaforte e critico d'arte, direttore con L. Rocca del periodico L'Arte in Italia (1869-1873). Attivo nei dibattiti artistici di fine secolo, ricoprì dal 1860 la carica di segretario dell'Accademia Albertina.