Bandini Giorgio*
BANDINI GIORGIO
Siena 1830 - 1899
Allievo presso l’istituto d’Arte di Siena di A. Maffei e poi di L. Mussini, fu autore nella sua città di vaste imprese decorative, nelle quali utilizzò un repertorio ricco di inventiva ma anche di grande capacità di organizzazione e messa a punto dell’arredo pittorico, di solito conseguente a un restauro in stile. Fu attivo nel teatro de’ Rinnovati (1853) e nel vestibolo dell’Archivio di Stato allora costituito in Palazzo Piccolomini (1866-1867); fra il 1870 e il 1873 realizzò, in collaborazione con A. Franchi, la decorazione della loggia del Palazzo Bichi Ruspoli (oggi sede della Banca Nazionale delI'Agricoltura), con un arioso aggiornamento nell’uso del repertorio ornamentale antico. Prima del 1879 si dedicò alla suggestiva ricostruzione “storica” nel Palazzo del Capitano con finti arazzi, motivi geometrici e figure allegoriche in stile neo-giottesco. Dopo l’impegno nell’istituto Santa Teresa e nell'Ufficio Postale di Palazzo Spanocchi, Bandini fu richiesto per opere di vero restauro (loggia della Mercanzia, Duomo di Orvieto, chiostro dell'abbazia di Monte Oliveto Maggiore); la fama raggiunta gli fece ottenere commissioni a Roma (palazzi Odescalchi e Lavaggi) e in In-ghilterra (castello di Salisbury).
Siena 1830 - 1899
Allievo presso l’istituto d’Arte di Siena di A. Maffei e poi di L. Mussini, fu autore nella sua città di vaste imprese decorative, nelle quali utilizzò un repertorio ricco di inventiva ma anche di grande capacità di organizzazione e messa a punto dell’arredo pittorico, di solito conseguente a un restauro in stile. Fu attivo nel teatro de’ Rinnovati (1853) e nel vestibolo dell’Archivio di Stato allora costituito in Palazzo Piccolomini (1866-1867); fra il 1870 e il 1873 realizzò, in collaborazione con A. Franchi, la decorazione della loggia del Palazzo Bichi Ruspoli (oggi sede della Banca Nazionale delI'Agricoltura), con un arioso aggiornamento nell’uso del repertorio ornamentale antico. Prima del 1879 si dedicò alla suggestiva ricostruzione “storica” nel Palazzo del Capitano con finti arazzi, motivi geometrici e figure allegoriche in stile neo-giottesco. Dopo l’impegno nell’istituto Santa Teresa e nell'Ufficio Postale di Palazzo Spanocchi, Bandini fu richiesto per opere di vero restauro (loggia della Mercanzia, Duomo di Orvieto, chiostro dell'abbazia di Monte Oliveto Maggiore); la fama raggiunta gli fece ottenere commissioni a Roma (palazzi Odescalchi e Lavaggi) e in In-ghilterra (castello di Salisbury).