Angelini Costanzo *

ANGELINI COSTANZO
Santa Giusta degli Abruzzi (Rieti) 1760 - Napoli 1853
Giovanissimo, con il fratello Loreto si stabilì a Roma per dedicarsi agli studi umanistici. Nella capitale pontificia, pur continuando a coltivare gli interessi letterari, cominciò anche la sua formazione artistica: fu per un breve periodo alunno di M. Caprinozzi e di D. Corvi. Successivamente si legò alla cerchia dei pittori dell’Accademia di Francia, acquisendo un linguaggio neoclassico di matrice davidiana. Nel 1784, grazie alla particolare abilità nel disegno, collaborò all'opera incisoria di G. Volpato e R. Morghen: Principi del disegno tratti dalle più eccellenti statue antiche (Roma, 1786). Nel 1790 fu invitato a Napoli dall’ambasciatore inglese Lord W. Hamilton che gli commissionò i disegni della sua collezione di vasi antichi, opera che per ignote ragioni non fu poi realizzata dall'Angelini. L'attività grafica è comunque documentata dalla Collezione dei vasi campani del Marchese Vivenzio (pubblicata solo nel 1900). Agli anni '90 risalgono i noti ritratti a pastello che mostrano una profonda indagine del dato naturalistico e psicologico. Ricordiamo quello della Regina Maria Carolina d'Austria (Napoli, Museo di San Martino), e l'Autoritratto del 1801 (Napoli, Galleria dell’Accademia). Nel 1797 realizzò il ritratto a olio, a figura intera, del Marchese del Gallo, rappresentante di Ferdinando IV alle trattative di pace di Campoformio. Il decennio murattiano segnò un momento decisivo per la fortuna dell’Angelini, al quale il governo francese diede importanti incarichi ufficiali: nel 1809, nominato professore di disegno presso l’Accademia, elaborò un piano di rinnovamento didattico. Nello stesso anno eseguiva il ritratto a figura intera di Giuseppe Bonaparte (Caserta, Palazzo Reale), richiestogli dalla regina Carolina. Pure al decennio francese è riferibile il ritratto del musicista Nicola Zingarelli (Napoli, Museo di San Martino). Con il ritorno dei Borboni nel 1815 l’artista continuò la sua attività di docente presso l’Accademia, e tradusse le sue esperienze in scritti teorici (Alcune idee di Costanzo Angelini per promuovere le arti liberali, Napoli, F.Del Vecchio, 1820). La produzione ritrattistica non subì flessioni qualitative, come ci conferma il ritratto dell’Astronomo Piazzi (esposto alla Biennale Borbonica nel 1826, Napoli, Museo di San Martino), il noto ritratto di Madama Rega (1820- 1830), i ritratti della Figlia Teresa (Napoli, Galleria dell’Accademia) e dell’artista Filippo Tagliolini (Napoli, Museo di San Martino), oltre a numerose altre prove in collezione privata. Le fonti documentano anche l’esecuzione di opere di soggetto sacro attualmente disperse.
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