Alinovi Giuseppe *
ALINOVI GIUSEPPE
Parma 1811 - 1848
Fu tra gli allievi di G. Boccaccio all'Accademia parmense e, dedicatosi presto e quasi esclusivamente alla pittura di paesaggio, cercò in tale genere un linguaggio autonomo. Esordì nel 1837 con una Veduta del Lago di Como; nel 1839 era già entrato in contatto con la corte di Maria Luigia che gli affidò l'esecuzione di un album di vedute, repertorio paesistico delle strade di Parma e Pontremoli. Da quei contatti e dalla sua personale evoluzione nacque un vedutismo terso, sensibile ai toni del clima Biedermeier che si respirava all’Accademia parmense. Ne sono espressione gli acquerelli, soprattutto vedute di castelli del parmense, molti dei quali conservati presso il Museo G. Lombardi di Colorno: La villa ducale di Colorno nel 1835, Il palazzo ducale di Parma, Il giardino della Pilotta (coll. privata), Il castello di Felino (coll. privata). Anche nei dipinti a olio di piccole dimensioni ricorrono, accanto agli scorci della città (Ponte sul Naviglio, Parma, Galleria Nazionale), vedute di borghi (Strada di un villaggio, Parma, Galleria Nazionale) e di castelli (La piazza della Rocca di Fontanellato, Colorno, Museo G. Lombardi): in essi l'artista cercò di liberarsi dalla tradizione del paesaggio neoclassico adottando una stesura calligrafica che, sensibile alle luci naturali, fil-trasse la serena analisi di ogni componente.
Parma 1811 - 1848
Fu tra gli allievi di G. Boccaccio all'Accademia parmense e, dedicatosi presto e quasi esclusivamente alla pittura di paesaggio, cercò in tale genere un linguaggio autonomo. Esordì nel 1837 con una Veduta del Lago di Como; nel 1839 era già entrato in contatto con la corte di Maria Luigia che gli affidò l'esecuzione di un album di vedute, repertorio paesistico delle strade di Parma e Pontremoli. Da quei contatti e dalla sua personale evoluzione nacque un vedutismo terso, sensibile ai toni del clima Biedermeier che si respirava all’Accademia parmense. Ne sono espressione gli acquerelli, soprattutto vedute di castelli del parmense, molti dei quali conservati presso il Museo G. Lombardi di Colorno: La villa ducale di Colorno nel 1835, Il palazzo ducale di Parma, Il giardino della Pilotta (coll. privata), Il castello di Felino (coll. privata). Anche nei dipinti a olio di piccole dimensioni ricorrono, accanto agli scorci della città (Ponte sul Naviglio, Parma, Galleria Nazionale), vedute di borghi (Strada di un villaggio, Parma, Galleria Nazionale) e di castelli (La piazza della Rocca di Fontanellato, Colorno, Museo G. Lombardi): in essi l'artista cercò di liberarsi dalla tradizione del paesaggio neoclassico adottando una stesura calligrafica che, sensibile alle luci naturali, fil-trasse la serena analisi di ogni componente.