Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Zona Antonio *

ZONA ANTONIO
Gambellara di Mira (Venezia) 1814 - Roma 1892
All’Accademia di Venezia fu allievo di O. Politi e di M. Grigoletti e fu avviato, soprattutto dal primo, allo studio della pittura veneta del Cinquecento. Il recupero della tradizione si tradusse da un lato nella scelta di soggetti storici, spesso concepiti come omaggio ai maestri del passato (Giambellino travestito da senatore nell'atto di farsi ritrarre da Antonello da Messina, esposto a Venezia nel 1847; Incontro di Tiziano col giovinetto Veronese sul Ponte della Paglia, 1861, Venezia, Galleria d'Arte Moderna di Ca’ Pesaro), dall'altro nell'adozione di un cromatismo e di una tecnica studiata per restituire l’impressione della pittura antica. Accanto ai temi romantici di storia medievale (I Lambertazzi e i Geremei, esposto a Venezia nel 1838), trattò quelli religiosi (Jetro e Mosè, esposto a Venezia nel 1847) per la committenza ecclesiastica, sia veneta sia austriaca. Durante un soggiorno a Milano, risentì dell'influenza della pittura storica di F. Hayez e delle sue figure allegoriche, che tradusse in una chiave patetica (Un canto funebre, 1862, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna; Una traviata: mezza figura al vero, esposto a Milano nel 1864). Negli anni '70 si stabilì a Roma, partecipando alle mostre della Società Amatori e Cultori (1886, Sul prato, Castellana, Ofelia); nei ritratti maturò in direzione verista, pur mantenendo alcune accentuazioni sentimentali di gusto tardoromantico (Ritratto della famiglia di Michele Cipollato, coll. privata).

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