Zandomeneghi Federico *
Venezia 1841 - Parigi 1917
1841
Federico Zandomeneghi nasce a Venezia il 2 giugno da una famiglia di artisti. Il padre Pietro e il nonno Luigi sono infatti reputati scultori di ispirazione canoviana, autori del monumento a Tiziano nella Chiesa dei Frari.
1857
Il giovane Federico, che nonostante i precedenti familiari preferisce i pennelli e i colori allo scalpello, frequenta l’Accademia di Belle Arti della sua città. Studia con Michelangelo Grigoletti e con Pompeo Molmenti, che sarà il primo ad apprezzarlo, lodandone apertamente lo spirito e il coraggio.
1859
Dopo essersi iscritto all’Università di Pavia per stornare la coscrizione obbligatoria nell’esercito austro-ungarico, in aprile raggiunge a Modena i volontari toscani nei moti indipendentisti.
1860
In maggio si trasferisce a Milano per seguire i corsi dell’Accademia di Brera. In luglio, dopo aver scritto ai genitori una lettera piena di sentimenti patriottici, parte per raggiungere i garibaldini in Sicilia.
1862
Non potendo tornare a Venezia perché accusato di diserzione, si trasferisce a Firenze. Qui entra in contatto con il gruppo antiaccademico dei Macchiaioli (Signorini, Fattori, Lega, Banti, Borrani, Sernesi, Cabianca), che si riuniscono al Caffè Michelangiolo. Il soggiorno toscano si protrae fino al 1866. Probabilmente al 1865 risale La lettrice, opera che, come Gli Innamorati dell’anno successivo, si sgancia dalla moda ancora corrente della pittura storica.
1866
Raggiunge di nuovo Garibaldi per la terza guerra d’Indipendenza.
1867-1873
Viaggia tra Firenze e Venezia, con qualche soggiorno a Roma, dove dipinge, tra l’altro, I poveri sui gradini dell’Ara Coeli (o Impressioni di Roma, 1872), opera di forte intonazione realistica e sociale che verrà esposta nel 1875 alla Pinacoteca di Brera.
1874
Il 2 giugno, per il suo trentatreesimo compleanno, parte alla volta di Parigi con l’intenzione di restarvi poche settimane. Sarà invece un viaggio senza ritorno. Arriva nella capitale francese – agguerrito dall’esperienza macchiaiola ma pronto ad
assorbire i venti di novità che soffiano Oltralpe – l’anno stesso della prima mostra degli Impressionisti “chez Nadar”. Abita dapprima all’Hotel de Bruxelles, in rue de Clichy, per trasferirsi più tardi in rue de la Victoire. Presto diventa un assiduo frequentatore del caffè Nouvelle Athènes, dove si riuniscono i “pittori ribelli”. Stringe amicizia con Cézanne, Renoir e soprattutto con Degas, per la cui pittura nutre subito una particolare simpatia e attrazione.
1878
Si stabilisce al 25 del Passage de l’Élysée, a Montmartre. Si guadagna da vivere disegnando per alcune riviste di moda. In aprile giunge in Francia il critico Diego Martelli, che si fermerà a Parigi circa un anno. In settembre termina il Moulin de la Galette, opera eccezionale e ardita soprattutto per il taglio fotografico e l’uso personalissimo dei colori.
1879
Esegue il Ritratto di Diego Martelli al caminetto (Firenze, Galleria d’Arte Moderna Palazzo Pitti). Su invito di Degas, partecipa alla quarta collettiva degli Impressionisti, presentando Violettes d’hiver.
1880
Invia alcune tele alla quinta Mostra degli Impressionisti, tra cui Madre e figlia, prova riuscita di una sensibilità moderna, più che degna delle idee rivoluzionarie della Nouvelle Peinture, anche per la coraggiosa impaginazione. I suoi lavori vengono apprezzati dal critico d’arte francese Joris Karl Huysmans. Risiede in Place d’Anvers, il cui piccolo parco fa da sfondo al celebre quadro intitolato Alla piazza (Piacenza, Galleria Ricci Oddi). L’anno successivo, l’opera verrà presentata alla VI Mostra degli Impressionisti.
1883
Si trasferisce al 7 di rue Tourlaque, non lontano dallo studio di Toulouse Lautrec. Allo stesso indirizzo risiedono il critico François Gaudi e Susanne Valadon, la madre di Utrillo, che gli farà da modella.
1884
Ricorre con sempre maggior frequenza e alacrità alla tecnica del pastello, alla ricerca di effetti più vaporosi e indeterminati di quanto consenta la pittura ad olio.
1886
In ottobre Federico Zandomeneghi soggiorna nella valle della Chevreuse, a una cinquantina di chilometri da Parigi, insieme al pittore impressionista Armand Guillaumin e si dedica alla pittura en plein air.
1888
In luglio, Paul Durand-Ruel acquista la prima opera del pittore veneziano, un Buste de femme, soggetto tutt’altro che insolito nelle produzione del veneziano, capace come nessun altro di immortalare le sottili inquietudini, le pigre voglie, delle tante signore e fanciulle che popolano i suoi quadri.
1893
La Galleria Durand-Ruel organizza la prima mostra personale dell’artista.
1894
Ormai arruolato nella scuderia Durand-Ruel, Zandò entra nell’ufficialità del mercato francese.
1895
Trascorre l’estate a Gif, nella valle della Chevreuse, insieme alla sorella Tonina, dove tornerà regolarmente per le vacanze.
1898
Seconda personale presso la Galleria Durand-Ruel.
1903
Terza personale.
1906
Invia due opere all’Esposizione Internazionale di Milano, ma non riceve consensi.
1908
La Galleria Rosenberg propone una mostra individuale delle sue opere. Il critico Vittorio Pica entra in contatto epistolare con lui.
1909
Inizia il carteggio con Ugo Ojetti.
1914
Vittorio Pica, con Angelo Sommaruga, gli dedica una mostra alla Biennale di Venezia. Contrariamente alle sue speranze, il “ritorno in patria” non costituisce affatto un trionfo.
Si dedica con sempre maggior frequenza alle nature morte, con esiti sorprendenti che, in qualche caso, si possono definire “pre-cubisti”.
1917
Il 30 settembre muore Degas.
Zandomeneghi realizza il suo ultimo dipinto noto, Hommage à Toulouse Lautrec, estrema testimonianza di sobrietà e sintesi in sintonia con i tempi mutati.
Il 31 dicembre viene trovato morto ai piedi del suo letto.