Vinzio Giulio Cesare *
Livorno 1881 - Milano 1940
Allievo di E. Banti, esordì alle mostre di Firenze del 1897 (Riposo) e del 1898 (Quiete) e l'anno seguente si trasferì nel capoluogo toscano per seguire le lezioni dell’anziano G. Fattori, nello studio presso l'Accademia. Divenuto molto amico di E. Sacchetti e di L. Andreotti, prese l'abitudine di recarsi con loro a dipingere dal vero nei dintorni di Firenze. Nelle opere di quegli anni è sensibile il riferimento agli esempi del Naturalismo toscano, mentre in quelle posteriori si riconosce l’influenza delle ricerche divisioniste di P. Nomellini e di G. Pellizza (Alba lunare, esposto alla Biennale di Venezia nel 1903). Più tardi, spronato da un consapevole recupero della tradizione, prese a rimeditare, come altri pittori livornesi, i temi cari alla poetica fattoriana (Maremma, Roma, Galleria Comunale d’Arte Moderna). Vicino al collezionista novarese A. Giannoni, contribuì alla formazione di quella raccolta.