Veronese Antonio*
Mancano le date
Si formò sotto la guida di J.PO. Hackert di cui fu probabilmente collaboratore e , dopo il 1815, fu “pittore di camera” dei Borbone. Attivo fino al 1829, il suo nome è legato a una serie di vedute di impianto hackertiano, nelle quali ripropone la lettura analitica e la lucida definizione cromatica del paesaggio. Tra queste si segnalano le opere conservate a Napoli, in palazzo Salerno (due quadri à pendant: Veduta dei Camaldoli, 1815 e Napoli dai Camaldoli, 1829), nel Palazzo Reale di Caserta (Veduta di San Silvestro, Veduta di San Leucio, 1818) e in collezione privata (Passeggiata in calessino di Ferdinando I alla Marina di Portosalvo, 1823).