Veit Johannes*
Berlino 1790 - Roma 1854
Insieme al fratello Philipp (Berlino 1793 - Magonza 1877), frequentò dal 1809 l’Accademia di Dresda e poi quella di Vienna dove assimilò l'idea romantica di un'arte religiosa e patriottica. Sull'esempio della madre e del secondo marito di questa, il filosofo F. Schlegel, nel 1810 i due fratelli si convertirono al cattolicesimo. Per conoscere l'arte italiana, nel 1811 Johannes venne nel nostro paese con J. Wintergerst, uno dei fondatori della Confraternita di San Luca. A Roma, dove scelse come maestro F. Overbeck, si stabilì in casa dello scultore G. Pulini (Ritratto della famiglia Pulini, Karlsruhe, Kunsthalle) e frequentò la confraternita dei Nazareni, di cui diverrà membro nel 1816. Il fratello Philipp, dopo aver partecipato alla guerra di liberazione contro i Francesi, nel 1815 raggiunse Johannes a Roma, dove risiedette fino al 1830. Entrò anch’egli nell'ambiente dei Nazareni e partecipò alla decorazione, in palazzo Zuccari, della residenza dello zio, il console prussiano S. Bartholdy (Giuseppe in Egitto, Giuseppe e la moglie di Putifarre e i Sette anni grassi, 1816- 1817). Nel 1816 fu chiamato da A. Canova ad affrescare una delle lunette del Museo Chiara- monti in Vaticano (Trionfo della religione). Nel 1818 subentrò a Cornelius nella decorazione della stanza di Dante nel Casino Massimo, dove realizzò (1822- 1824) gli affreschi della volta ispirati alla pittura di Beato An-gelico. Alla fine del 1830 si tra-sferì a Francoforte sul Meno per dirigere la scuola d'arte Stàdel, dove dipinse a fresco II Cristianesimo che introduce le arti in Germania, manifesto dell'ideale dell'arte al servizio della religione.