Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Veit Johannes*

VEIT JOHANNES
Berlino 1790 - Roma 1854
Insieme al fratello Philipp (Berlino 1793 - Magonza 1877), frequentò dal 1809 l’Accademia di Dresda e poi quella di Vienna dove assimilò l'idea romantica di un'arte religiosa e patriottica. Sull'esempio della madre e del secondo marito di questa, il filosofo F. Schlegel, nel 1810 i due fratelli si convertirono al cattolicesimo. Per conoscere l'arte italiana, nel 1811 Johannes venne nel nostro paese con J. Wintergerst, uno dei fondatori della Confraternita di San Luca. A Roma, dove scelse come maestro F. Overbeck, si stabilì in casa dello scultore G. Pulini (Ritratto della famiglia Pulini, Karlsruhe, Kunsthalle) e frequentò la confraternita dei Nazareni, di cui diverrà membro nel 1816. Il fratello Philipp, dopo aver partecipato alla guerra di liberazione contro i Francesi, nel 1815 raggiunse Johannes a Roma, dove risiedette fino al 1830. Entrò anch’egli nell'ambiente dei Nazareni e partecipò alla decorazione, in palazzo Zuccari, della residenza dello zio, il console prussiano S. Bartholdy (Giuseppe in Egitto, Giuseppe e la moglie di Putifarre e i Sette anni grassi, 1816- 1817). Nel 1816 fu chiamato da A. Canova ad affrescare una delle lunette del Museo Chiara- monti in Vaticano (Trionfo della religione). Nel 1818 subentrò a Cornelius nella decorazione della stanza di Dante nel Casino Massimo, dove realizzò (1822- 1824) gli affreschi della volta ispirati alla pittura di Beato An-gelico. Alla fine del 1830 si tra-sferì a Francoforte sul Meno per dirigere la scuola d'arte Stàdel, dove dipinse a fresco II Cristianesimo che introduce le arti in Germania, manifesto dell'ideale dell'arte al servizio della religione.

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