Silvagni Giovanni*
Roma 1790 - 1853
Si formò all’Accademia romana di San Luca, dove si conservano La partenza di Coriolano (con cui nel 1817 si aggiudicò il pensio-nato Canova) e La sfida di Eteocle e Polinice (esposto nel 1821). In queste prime prove, come anche nell'Edipo cieco abbraccia le figlie prima dell'esilio (1818, Parma, Galleria Nazionale), mise a punto quel linguaggio neoclassico, armonioso e robusto nel colorito, dal quale non si discostò mai. Alle tematiche legate alla storia antica sostituì, durante gli anni ’30, i soggetti sacri per i quali si intensificarono le committenze sia a Roma (fra le altre, Madonna e santi, 1824, per il Seminario; tre tele per la chiesa di San Salvatore in Onda, 1847 ca.) sia nelle Marche (La Beata Marsilia Popelle matrona settempedana, 1833, per il Duomo di San Severino; S. Romualdo rinfaccia ad Ottone III imperatore i suoi falli, 1838, per la chiesa di Sant’Angelo a Fabriano) e in Umbria. Con l'avvento di Pio IX fu tra gli ispiratori della politica culturale del nuovo pontefice, anche in virtù del progredire del suo ruolo all'interno dell’Accademia di San Luca, della quale fu presidente dal 1844 al 1846. Negli ultimi anni della sua attività affrontò tematiche più consone al gusto romantico come il Galileo dinnanzi al Cardinal Bellarmino (esposto con la Società degli Amatori e Cultori nel 1851).