Sciuti Giuseppe *
Zafferana Etnea (Catania) 1834 - Roma 1911
A Catania studiò sotto la guida di G. Gandolfo e acquisì pratica nella tecnica a fresco. In seguito visitò Napoli e Roma; soggiornò a Firenze, assimilando i modi del Realismo toscano. Alla metà degli anni '60 si trasferì a Napoli accostandosi a D. Morelli ed esordì alla Promotrice partenopea del 1867 con Suonatori siciliani e Una tentazione. Di questi anni sono i dipinti storici e le scene di genere, di contenuto moraleggiante, caratterizzati da un’attenta tecnica realista (La carità, Le madri della Patria, esposti a Milano nel 1869; La pace domestica, I prigionieri di Castelnuovo dopo la capitolazione del 1799, esposti a Parma nel 1870, entrambi a Napoli, amministrazione provinciale). Con i primi anni '70 si rivolse anche a soggetti neopom-peiani, studiati con rigore filologico e impostati talora con taglio innovativo (Mosè davanti al Faraone, coll. privata; Pindaro che esalta un vincitore dei giochi olimpici, 1872, Milano, Pinacoteca di Brera; Il Tempio di Venere, 1876, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna). Nel 1875 si trasferì a Roma misurandosi in diverse occasioni nella pratica dell’affresco. Realizzò la decorazione della sala consiliare del Palazzo della Provincia di Sassari (1878-1880) e il sipario per il teatro Bellini di Catania (1882). Per il municipio della sua città natale eseguì numerose opere di tema storico e tra le altre l’Episodio della spedizione di Pisacane a Sapri (1890) e Restauratio aerarii (1894). Con l’inizio del secolo le sue decorazioni risentirono di influenze simboliste, mentre nelle sue tele a volte comparve un fare bozzettistico di notevole forza plastica.