Santi Sebastiano*
Murano (Venezia) 1789 - Venezia 1866
Si formò nella bottega del padre, orafo, e presso l’incisore F. Del Pedro; quindi, dopo aver avuto come maestri L. Querena e F. Maggiotto, studiò con T. Matteini all'Accademia di Venezia, che frequentò dal 1807. Tra i lavori giovanili vi sono La regina Zenobia ferita a morte e raccolta da alcuni pastori parti, esposto a Venezia nel 1809, e La morte di Nerone, dell'anno successivo. Fu decoratore fecondissimo e impiegò la sua lunga carriera per ornare con temi mitologici, storici e sacri, teatri e palazzi del Veneto e del Friuli: lavorò in collaborazione con F. Bagnare al teatro San Benedetto di Venezia (1833) e con G. Borsate al teatro di Udine (1824); a Venezia, in autonomia, decorò i palazzi Treves (1831) e Papadopoli (Trionfo di Anfitrite) e il soffitto dello scalone di Palazzo Reale (1837-1838). La consuetudine con la pittura veneta cinquecentesca, maturata attraverso il restauro e la copia, insieme alle componenti tardosettecentesche e l'adeguamento agli stilemi neoclassici costituirono gli ingredienti del suo linguaggio pittorico. Tra le composizioni allegoriche è significativa la tela Venezia repubblicana e guerriera, esposta a San Marco nel 1849. La ricchissima produzione nel campo delia pittura sacra annovera pale d'altare (fra le altre, Cristo tra gli Apostoli, 1828, chiesa dei Santi Apostoli, Venezia; Immacolata, commissionatagli dall'imperatrice Marianna per la chiesa di Galliera, 1862) e opere a fresco (nelle chiese veneziane di San Luca, 1823-1835, e di Santa Maria del Pianto, 1845; nelle chiese triestine di Sant'Antonio Nuovo, 1836, e di San Giusto, 1857). Dell’attività di ritrattista restano esempi a Venezia presso il Museo Vetrario di Murano (Autoritratto, Ritratto di Luisa Acquaroli) e presso il Museo Correr (Lorenzo Diedo).