Rotta Antonio *
Gorizia 1828 - Venezia 1903
Apprese le prime nozioni di disegno a Gorizia da V. Cristofoletti e in seguito, grazie all’interessamento del mecenate C. de Catinelli, fu inviato all’Accademia di Venezia (1841), dove seguì le lezioni di L. Lipparini. Qui strinse amicizia con il pittore L. Querena, del quale sposò la figlia. Si dedicò saltuariamente al ritratto, a volte in forme manierate alla N. Schiavoni (Donna oziosa, Gorizia, Musei Provinciali; Meditazione, Trieste, Museo Revoltella), altrove facendo uso di un sobrio accademismo (Carlo Favetti, 1869; Il locandiere Fran-cesco Pfeifer, Gorizia, Musei Provinciali). Si dedicò a soggetti storici, talora ricchi di riferimenti patriottici (L'ultimo premio in regata, esposto a Venezia nel 1858, Torino, Palazzo Reale; Il garibaldino morente, esposto a Venezia nel 1863) e dipinse opere di tema sacro, ma raggiunse la notorietà con quadri di genere aneddotico. Le sue scene di vita popolare veneziana, che riprendevano le tipologie di E. Bosa (In sacrestia, 1865; La vecchia nonna, 1869, Trieste, Museo Revoltella), ebbero larga diffusione litografica, anche all'estero. Partecipò alle esposizioni di Vienna (1871, Cattiva compagnia, Due amici fedeli, L'età dell'oro e II ciabattino; 1873) e di Parigi (1878, Ah! Combien je regrette le temps qui n'est plus!). Espose con assiduità anche a Trieste (1864, Bambino con farfalla; 1865, I biricchini veneziani; 1870, Un parrucchiere), a Gorizia (1887, Stella di mare) e a Milano (1853, 1860).