Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Rossi Pietro*

ROSSI PIETRO
Guastalla (Reggio nell'Emilia) 1829 - 1893
Compì i primi studi alla Scuola di Belle Arti di Reggio nell'Emilia sotto la guida di P. Minghetti per poi passare, intorno al 1845, all’Accademia di Parma con D. Pellizzi e quindi a Roma, dove studiò all’Accademia di San Luca, appoggiandosi allo studio del concittadino A. Chierici. Durante quel soggiorno lavorò ad alcuni medaglioni della serie dei pontefici nella basilica ostiense e partecipò alla difesa della Repubblica Romana nelle file della Legione degli Studenti. Nel 1852 proseguì gli studi a Parma, allievo di F. Scaramuzza. Dopo diversi spostamenti tra Venezia e Firenze, fissò la sua residenza a Verona. Qui, fra il 1858 e il 1873, espose alle mostre della Società d’Incoraggiamento scene di genere (1858, Interno della scuola de' costumi a Roma, Tentativo di bacio) e soggetti risorgimentali, come la Morte di Carlotta Ascheri (1867, Verona, Galleria d'Arte Moderna): l'opera riscosse ampia notorietà per l'immediato realismo del taglio fotografico che, in disinvolta veste moderna, proponeva le citazioni di una salda educazione accademica. Dal 1860 partecipò anche alle esposizioni di Milano e di Torino, con quadri di soggetto storico, vedute d'interni e scene di genere. Nel 1875 passò a Firenze e poi rientrò nella sua cittadina natale, dove si dedicò principalmente alla pittura sacra nelle chiese locali (La morte di S. Andrea Avellino, chiesa della Madonna della Neve, Guastalla).

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