Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Pittara Carlo *

PITTARA CARLO
Torino 1835 o 1836 - Rivara Canavese (Torino) 1891
Dopo l’avvio alla scuola di G. Camino, soggiornò brevemente a Ginevra (1856-1858) e qui frequentò lo studio del pittore animalista C. Humbert. Subito dopo fu per la prima volta a Parigi, dove conobbe C. Jacque, amico di J. F. Millet, C. Troyon e la cerchia dei pittori di Barbizon. Espose alle mostre di Genova (1858, Paese con animali; 1859, Dintorni di Torino), di Milano (1860, Traslocamenti di villici, Dintorni di Rivara) e di Torino (1860, Diable Retz, L'undici Novembre in Piemonte). Tramite A. D'Andrade giunse a Rivara e diede inizio a un decennio di assidua frequentazione del cenacolo artistico che prende il nome da quella località e nel quale divenne figura di rilievo (Dintorni di Rivara, 1861, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna). A quegli anni appartengono, oltre ai numerosi paesaggi, alcuni dipinti d’ispirazione sociale, in cui la sensibilità ai problemi umanitari, interpretati senza retorica, rimanda ai modelli figurativi di Humbert, di Jacque e dello stesso Millet (Le imposte anticipate, 1865, e Ritorno alla stalla, 1866, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna). Nonostante le scelte tematiche (L'aratura, presentato alla Mostra di Parma del 1870 con il titolo Sistema infallibile per ristorare le finanze italiane, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), la rappresentazione attenta e mai aspra del reale fu gradita anche negli ambienti ufficiali. Negli anni '70 si stabilì a Roma e fra il 1880 e gli ultimi anni di attività fu a Parigi. Qui inaugurò una nuova, più mondana fase della sua produzione, ispirata alla vita borghese della città e forse influenzata dalla presenza dei connazionali G. Boldini, G. De Nittis e F. Zandomeneghi.
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