Pinelli Bartolomeo *
Roma 1781 - 1835
Si formò con il padre, scultore di bassorilievi e terracotte, dal quale apprese un senso della forma fortemente plastico, che trasferì nelle sue opere. Intorno al 1793 fu a Bologna presso l'Accademia Clementina; si dedicò frattanto ad attività diverse, tra cui quella di attore girovago, e nel 1799 visse una fugace esperienza tra i volontari della Legione Romana. Tra il 1805 e il 1808 frequentò l'Accademia romana di San Luca ma, poco incline alla disciplina accademica, accompagnò lo studio con attività artigianali ed estemporanee, prestandosi, per esempio, a tracciare le figure nei paesaggi dello svizzero F. Kaisermann o eseguendo disegni dal vero nelle botteghe e nei caffè, opere ricercate dai collezionisti stranieri, fra cui F. A. R. de Chateaubriand e B. Thorvaldsen (Autoritratto nello studio, Copenaghen, Museo Thorvaldsen). Dal 1809 avviò un’attività incisoria che avrà spazio prioritario nella sua produzione successiva (Raccolta di cinquanta costumi pittoreschi, 1809; illustrazioni per l'Eneide, 1811; La storia romana di C. Rollin, 1819-1820; Mitologia, 1826). Agli studi d'ambiente e di costume contemporaneo sarà legata gran parte della sua fama (Meo Patacca, 1822-1823; II maggio romanesco, 1835); di alcuni spunti, tratti dalla vita del popolo di Roma o dei briganti, fornì anche alcune traduzioni pittoriche (Saltarello notturno delle Mozzatore a Piazza Barberini, Scena banditesca, Roma, Museo di Roma).