Pellizzi Domenico*
Vezzano (Reggio nell'Emilia) 1818 - Reggio nell'Emilia 1874
Appartenente alla piccola borghesia provinciale, entrò nel 1830 alla Scuola di Belle Arti di Reggio, dove nel 1834 si segnalò nel corso di figura. Si trasferì, almeno dal 1837, all'Accademia di Parma, ricavandone elementi fondamentali per la sua formazione, soprattutto dal Classicismo di G. B. Borghesi. All'attività degli anni parmensi appartengono il disegno con Testa del celebre Canova (esposto a Modena nel 1837 insieme a una copia da G. Reni) e il vivace soggetto di I buoni fanciulli (inviato nel 1847 alla Triennale modenese e noto attraverso un’incisione). Presumibilmente a causa dei rivolgimenti politici del '48 lasciò il ducato e si trasferì a La Spezia, da dove passò a Firenze per studiare con G. Bezzuoli. Qui iniziò la Nascita della Vergine ed eseguì, intorno al 1849, il bozzetto del quadro Consolare gli afflitti (presentato nel 1850 alla Società d’Incoraggiamento di Modena). Nell’ottobre del 1849 si trasferì a Roma dove frequentò lo studio di A. Chierici, insieme all'amico A. Prampolini (Ritratto di Prampolini, 1850-1853, Reggio nell'Emilia, Musei Civici). Fu Chierici il referente immediato delle opere romane (Nascita della Vergine, parrocchiale di Villa Gazzata, Reggio nell'Emilia; Strage degli innocenti, esposto a Roma nel 1853, Reggio nell’Emilia, Musei Civici), seppure con una ripresa più ossequiente del repertorio classicista. Nel 1854 l’artista fu richiamato in patria per ricoprire la cattedra di disegno e pittura della Scuola di Belle Arti. All'insegnamento affiancò un'intensa attività di consulenze, direzioni artistiche e amministrative (teatro Comunale, Pinacoteca Comunale), incarichi che talora gli procurarono aspre critiche, come per le sue decorazioni del teatro (medaglioni con figure allegoriche). Si aggiunsero interventi di restauro e commissioni in varie chiese locali per le quali realizzò, fra l'altro, un San Filippo Neri (1855, chiesa di San Filippo) e la grande tela con San Francesco che risuscita un annegato (1856, ultimata da G. Amadei, per la chiesa di San Francesco). Agli anni 1865-1868 appartengono le opere per chiese della provincia, come Sant'Antonio Abate e San Mauro che sana un fanciullo (per la parrocchia di Massenzatico, in deposito presso la curia di Reggio-Guastalla) e le due pale della chiesa di Villa Gazzata (1868), che testimoniano di una cauta apertura verso le nuove istanze veriste.