Patania Giuseppe *
Palermo 1780 - 1852
Trascorse un breve periodo di apprendistato presso la bottega di G. Velasco, quindi frequentò l’Accademia del Nudo di Palermo, dove si formò attraverso lo studio dell’antico. Maturò un linguaggio stilistico basato sulla piena assimilazione del Classicismo accademico, memore tuttavia del Realismo secentesco e sensibile ai suggerimenti di V. Riolo. Al gusto tardosettecentesco appaiono legate le opere d'esordio (Palermo, Palazzo Belmonte Riso, affreschi), mentre sono evidenti i riferimenti a un elegante Classicismo nelle tele di soggetto mitologico dipinte fra il 1822 e il 1830 (Ratto d'Europa, Venere e Adone, Io baciata da Giove, Psiche vagheggiata da un satiro, Palermo, Galleria Civica d’Arte Moderna). La sua intensa attività, concentrata nella città natale, interessò diversi generi e tecniche pittoriche, dall’affresco (Palazzo Reale) alle pale d’altare (Trinità, 1830, Badia Nuova; Flagellazione, 1840, già nella chiesa della SS. Trinità della Magione), ma soprattutto la ritrattistica, per la quale acquistò la maggiore fama (Ritratto di fanciullo, 1830, Ritratto di sacerdote, 1838, Palermo, Galleria Civica d’Arte Moderna; La Regina Maria Cristina, Trapani, Museo Pepoli). Opere come La fuga della regina Bianca (1850, Palermo, Galleria Civica d'Arte Moderna) mostrano un avvicinamento alla nuova sensibilità romantica.